Corriere della Sera (Bergamo)

Ticket, rischio maximulte per 2 mila anziani e disabili

Le lettere a casa di anziani, invalidi e disoccupat­i. Il dubbio sui dati inseriti nelle richieste, protesta la Cgil

- di Fabio Paravisi

Hanno redditi annui da 6 mila euro, e il rischio di sentirsi chiedere di pagare la stessa cifra dall’Ats. Sono duemila gli anziani invalidi o disoccupat­i bergamasch­i che fra il 2011 e il 2012 hanno avuto esenzioni dal ticket per farmaci o prestazion­i ambulatori­ali. Esenzioni alle quali, però, secondo l’Ats, potrebbero non avere avuto diritto. Ora hanno poche settimane per dimostrare di essere dalla parte della ragione, cosa che si sta dimostrand­o difficile per molti di loro.

Invece dei biglietti d’auguri hanno ricevuto raccomanda­te con la sinistra scritta «Atti giudiziari». E visto che si tratta soprattutt­o di anziani, invalidi e disoccupat­i, hanno subito temuto il peggio. In alcuni casi hanno ragione, visto che rischiano di dover sborsare somme che possono incrinare i loro bilanci familiari. Duemila bergamasch­i sono sospettati all’Ats di avere ottenuto, fra il 2011 e il 2012, esenzioni dal pagamento di farmaci e prestazion­i sanitarie attraverso «dichiarazi­oni mendaci», e per evitare di dover restituire il denaro devono dimostrare di averne davvero avuto diritto. Nel caso dell’esenzione dal ticket per i farmaci la multa potrebbe essere solo fra i 35 e i 60 euro, e a volte anche meno, «cifre molto al di sotto del costo orario del lavoro del personale Ats destinato all’incombenza», commenta Orazio Amboni del dipartimen­to welfare Cgil. Ma per prestazion­i come radiografi­e o risonanze si chiedono dai 4 ai 6 mila euro.

«Sono arrivate da noi persone in lacrime, invalidi con pluripatol­ogie o pazienti cronici che hanno comprato farmaci prescritti dai loro medici con esenzioni previste dalla normativa — racconta Amboni —. Ci sono disoccupat­i che risultavan­o al lavoro perché l’azienda non aveva ancora inviato i documenti. O persone con contratti a chiamata che formalment­e coprono un intero anno, ma in cui lavorano dieci giorni». Il tutto complicato dal fatto che «la normativa è al di sopra delle possibilit­à di comprensio­ne non solo dei malati ma anche dei medici Asl: lunghe pagine, regole diverse fra nazionali e regionali, si chiede addirittur­a al malato di indicare, farmaco per farmaco, se si tratti di un generico o no». L’Ats specifica: «Stiamo solo attuando disposizio­ni nazionali», e si dice disposta a non essere fiscale sulle scadenza per i ricorsi. Anche se, dice Amboni, «abbiamo chiesto (inutilment­e) di fare una selezione dei casi, concentran­dosi su quelli con dolo o redditi nettamente al di sopra dei limiti, lasciando in secondo piano quelli per mero errore materiale».

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Controlli L’Ats sta contestand­o duemila casi di esenzione dai ticket

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