Ticket, rischio maximulte per 2 mila anziani e disabili
Le lettere a casa di anziani, invalidi e disoccupati. Il dubbio sui dati inseriti nelle richieste, protesta la Cgil
Hanno redditi annui da 6 mila euro, e il rischio di sentirsi chiedere di pagare la stessa cifra dall’Ats. Sono duemila gli anziani invalidi o disoccupati bergamaschi che fra il 2011 e il 2012 hanno avuto esenzioni dal ticket per farmaci o prestazioni ambulatoriali. Esenzioni alle quali, però, secondo l’Ats, potrebbero non avere avuto diritto. Ora hanno poche settimane per dimostrare di essere dalla parte della ragione, cosa che si sta dimostrando difficile per molti di loro.
Invece dei biglietti d’auguri hanno ricevuto raccomandate con la sinistra scritta «Atti giudiziari». E visto che si tratta soprattutto di anziani, invalidi e disoccupati, hanno subito temuto il peggio. In alcuni casi hanno ragione, visto che rischiano di dover sborsare somme che possono incrinare i loro bilanci familiari. Duemila bergamaschi sono sospettati all’Ats di avere ottenuto, fra il 2011 e il 2012, esenzioni dal pagamento di farmaci e prestazioni sanitarie attraverso «dichiarazioni mendaci», e per evitare di dover restituire il denaro devono dimostrare di averne davvero avuto diritto. Nel caso dell’esenzione dal ticket per i farmaci la multa potrebbe essere solo fra i 35 e i 60 euro, e a volte anche meno, «cifre molto al di sotto del costo orario del lavoro del personale Ats destinato all’incombenza», commenta Orazio Amboni del dipartimento welfare Cgil. Ma per prestazioni come radiografie o risonanze si chiedono dai 4 ai 6 mila euro.
«Sono arrivate da noi persone in lacrime, invalidi con pluripatologie o pazienti cronici che hanno comprato farmaci prescritti dai loro medici con esenzioni previste dalla normativa — racconta Amboni —. Ci sono disoccupati che risultavano al lavoro perché l’azienda non aveva ancora inviato i documenti. O persone con contratti a chiamata che formalmente coprono un intero anno, ma in cui lavorano dieci giorni». Il tutto complicato dal fatto che «la normativa è al di sopra delle possibilità di comprensione non solo dei malati ma anche dei medici Asl: lunghe pagine, regole diverse fra nazionali e regionali, si chiede addirittura al malato di indicare, farmaco per farmaco, se si tratti di un generico o no». L’Ats specifica: «Stiamo solo attuando disposizioni nazionali», e si dice disposta a non essere fiscale sulle scadenza per i ricorsi. Anche se, dice Amboni, «abbiamo chiesto (inutilmente) di fare una selezione dei casi, concentrandosi su quelli con dolo o redditi nettamente al di sopra dei limiti, lasciando in secondo piano quelli per mero errore materiale».