Ciga e Padoin: super a Bergamo, meno altrove
Meglio essere re di un piccolo regno o dignitario di un grande impero? Il dilemma è vecchio quanto il mondo. Perché le ambizioni sono vecchie quanto il mondo. C’è chi, dopo qualche stagione da protagonista indiscusso, sente la maglia del club provinciale andargli stretta. Allora prova il salto in alto. E non sempre, al momento dell’atterraggio, lo aspetta un materasso. Contro il Cagliari gli atalantini ritroveranno due vecchie conoscenze a centrocampo: Luca Cigarini e Simone Padoin. Il primo ha lasciato Bergamo nell’estate del 2016 per accasarsi alla Sampdoria. Dopo ottime annate, l’emiliano era in cerca di nuovi stimoli. E di risultati più altisonanti. Sicuramente non si aspettava di starsene 35 gare in panca. Per lui, a Genova, solo tre partite da titolare e una a match in corso. Numeri che gli hanno fatto prendere il mare per approdare in Sardegna. A Cagliari le cose stanno andando meglio, ma le emozioni che i suoi vecchi compagni nerazzurri hanno vissuto dalla sua partenza, il regista ha potuto solo sognarle o seguirle via Instagram. Risultati più esaltanti li ha ottenuti Padoin con la Juve, il suo club dal gennaio 2012, all’estate del 2016. Basta guardare i numeri: cinque scudetti, due coppe Italia, tre supercoppe italiane. I numeri, però, vanno interpretati. Perché questo palmares, il buon Simone, l’ha guadagnato come attore non protagonista. Meglio, come comparsa. Perché in 170 impegni di campionato nei quattro anni e mezzo a Torino, il prodotto del vivaio di Zingonia (e colonna della prima squadra atalantina dal 2007 al 2012) ha giocato per tutti e 90 i minuti in sole 25 occasioni e in 77 si è accomodato in panchina senza mai entrare. A Cagliari ha ritrovato il campo. E, probabilmente, un suo piccolo regno.