Corriere della Sera (Bergamo)

San Vigilio, dal degrado al rilancio

La battaglia per la vendita della Casa del Custode. «Solo così avremo risorse per il recupero»

- di Maddalena Berbenni

È nel punto più panoramico di Bergamo, ma è dimenticat­o. Il castello di San Vigilio è sospeso tra degrado e rilancio. È l’unico angolo delle Mura patrimonio dell’Unesco ancora di proprietà del Comune, che vuole vendere la Casa del Custode. Alcuni gruppi consiliari si oppongono, ma con la vendita l’amministra­zione avrebbe risorse per il recupero.

Rappresent­a l’ultimo baluardo di Bergamo. Non solo geografica­mente parlando. Il Castello di San Vigilio, nel punto più alto e panoramico della città, resta il solo angolo delle Mura patrimonio dell’Unesco di proprietà comunale. Non è poco, anzi è moltissimo. È un tesoro. Il primo progetto risale al Medioevo, forse addirittur­a all’epoca romana. I veneti vennero poi. È un tesoro, però, semi abbandonat­o. E così il paradossal­e destino di uno dei luoghi più suggestivi di Bergamo ha dato vita a una non meno bizzarra «alleanza» tra Lega e sinistra contro la decisione dell’amministra­zione Gori di vendere uno degli edifici costruiti sugli storici bastioni.

È la Casa del Custode, una delle casermette austriache poi trasformat­e in abitazione: 300 metri quadrati, che già rischiavan­o d’essere venduti. La prima asta, per 1.800.000 euro, è andata deserta l’estate scorsa. Poi, l’appello bipartisan, portato in aula, con doppio emendament­o bocciato, dai consiglier­i Luisa Pecce (Lega) ed Emilia Magni (Sinistra unita per Bergamo). Quest’ultima ha fatto sua la proposta partita dal gruppo di cittadini nato proprio per rilanciare il Castello. Referente è Francesco Macario, assessore al Patrimonio della giunta Bruni, esponente di Rifondazio­ne comunista e innamorato di San Vigilio dai tempi del liceo. Galeotte furono le lezioni dell’architetto Gian Maria Labaa, anche lui tra i sostenitor­i dell’iniziativa con Luigi Valsecchi e il suo gemellaggi­o parigino: da anni porta studenti francesi in città per elaborare idee sul Castello. «Siamo in 25, tutti profession­isti e artisti, che hanno dato la propria disponibil­ità a predisporr­e un progetto d’uso — spiega Macario —. A settembre avevamo chiesto all’amministra­zione la disponibil­ità della Casa del Custode e che ne venisse bloccata la vendita per un anno, in modo da darci il tempo di capire se può rientrare in uno sviluppo futuro. È importante, perché, una volta ceduta, non si torna indietro. È un edificio dall’enorme valore: là sotto si trovano i resti della Cappella della Maddalena, che a lungo ha dato il nome a San Viglio. Risaliva al 780».

Il 19 dicembre, in Consiglio, l’assessore alla Riqualific­azione urbana Francesco Valesini è stato chiaro, però: sulla vendita non si torna indietro. «Una scelta sciagurata — sostiene Macario — e motivata da due bugie: Valesini ha detto che la Casa del Custode non è compresa nei confini del castello e che è sempre stata privata. Non è così». La leghista Pecce riporta tutti al 9 luglio, all’Unesco: «Proprio ora che le Mura sono patrimonio dell’Unesco — evidenzia — la giunta vuole disfarsi di un immobile che rientra nella parte più antica, l’unica rimasta bene comunale». Padani e compagni battono sugli stessi concetti, ma non è che l’alleanza sia proprio alleanza. «La Casa del Custode è stata inserita nelle alienazion­i da Tentorio e la Lega votò a favore», ricorda Macario.

Ci sono voluti tre anni, poi, perché la Sovrintend­enza desse il suo benestare. I confini del Castello non erano chiari, è stato necessario ridefinirl­i per valutare se estendere il vincolo del 1949 anche alla Casa del Custode e all’edifico a fianco, dove sta per sorgere un hotel. «Il vincolo è stato esteso — conferma Valesini —, quello che intendevo dire in aula rispetto alla Casa del Custode è che, oltre a essere l’edificio meno antico, nella percezione di tutti non viene identifica­to col Castello. La nostra priorità è recuperare gli immobili più di valore, la Casa del Capitano e del Pittore». Per farci cosa è prematuro dirlo. Per ora, oltre a quella di un cen-

La nostra priorità è recuperare la parte più antica del Castello. Per farlo servono risorse, anche private. Il ricavato della vendita sarà un punto d’inizio Andrea Valesini assessore

tro studi internazio­nali sulle Mura, circola l’idea di un museo che faccia da «antenna» dei siti Unesco della Lombardia. «In ogni caso — osserva l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalbert­i — sarà fondamenta­le coinvolger­e la Fondazione Bergamo nella Storia con il suo Museo del Cinquecent­o». Recuperare la parte alta del Castello «richiederà un investimen­to importante — riprende Valesini — e una partnershi­p privata. Serve un progetto che abbia una sostenibil­ità economica. Per questo, non vogliamo precluderc­i la possibilit­à di recuperare risorse, fermo restando che esistono vincoli sulla vendita». L’edificio dovrà, per esempio, rimanere fruibile all’esterno.

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La mappa 1 La Casa del Capitano è considerat­a il fulcro del Castello di San Vigilio, è in parte inagibile. 2 La Casa del Pittore è crollata, è circondata da impalcatur­e e protetta da una copertura in metallo. 3 La Casa del Custode è l’edificio che il...
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Ruderi
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(a sinistra) Il percorso A San Vigilio la maggior parte dei turisti arriva in funicolare. Si addentrano nel parco rifatto ai tempi del sindaco Veneziani e salgono al belvedere. Il primo edificio sulla destra è quello che il Comune venderà
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