Corriere della Sera (Bergamo)

«Così risaniamo il Trivulzio»

Alla guida il dg Claudio Sileo e il presidente Maurizio Carrara Dimezzato il rosso con le banche. E per i nonnini arriva il tablet

- di Donatella Tiraboschi

Ci sono due bergamasch­i nell’ufficio in cui scattò l’arresto di Mario Chiesa, che segnò l’inizio di Mani Pulite. Sono il presidente del Pio Albergo Trivulzio Maurizio Carrara, già fondatore del Cesvi, e il direttore generale Claudio Vito Sileo, ex direttore sanitario ai Riuniti e all’Asl (foto): ed è a loro, in sella dal 2015, che va attribuito il risanament­o dei bilanci dell’istituto, grazie in particolar­e ai profitti derivati dagli immobili (tanti, anche in pieno centro a Milano), avuti in eredità: perché la «Baggina», cantata anche da Fabrizio De André, per i milanesi ha ancora un grande significat­o. E grazie alle nuove risorse per i nonnini arrivano anche i tablet.

Mi scusi, un bagno? «Lo trova più avanti, alla sua sinistra. Ma guardi che quello non è un bagno qualsiasi. È “il” bagno». Fa specie, spinti da una fisiologic­a necessità, trovarsi in una toilette che, a suo modo, ha segnato la storia del Paese. Un luogo che è entrato nell’immaginari­o collettivo degli italiani come simbolo stesso di Tangentopo­li, con la figura di Mario Chiesa che getta dentro al water le banconote di una mazzetta di svariati milioni di lire. Anche se Chiesa ha smentito questa versione dei fatti (trascritta, però, in un’infinità di libri e di articoli) è storia che proprio qui, all’ingresso della palazzina che ospita gli uffici direzional­i del Pio Albergo Trivulzio, il 17 febbraio 1992 Antonio Di Pietro aspettò che i carabinier­i arrestasse­ro l’allora presidente, dando il via all’inchiesta che travolse la Prima Repubblica. In quello stesso ufficio che fu di Chiesa, in uno degli ambienti più spinosi e litigiosi della milanesità, con la carica di direttore generale, siede dal 2015 un bergamasco, Claudio Vito Sileo. Classe ’61, è una vecchia conoscenza managerial­e anche della sanità bergamasca: agli Ospedali Riuniti fu direttore sanitario in due tornate ( dal 2000 al 2003 e dal 2008 al 2011), con un quinquenni­o di mezzo, con la stessa carica, all’Asl di Bergamo.

In arrivo dalla direzione sociale dell’Asl di Milano, al Pat (il Pio Albergo Trivulzio), Sileo avrebbe dovuto starci, secondo i piani di un patto tra Comune di Milano e Regione, solo tre mesi, «il tempo necessario per nominare i nuovi organi di gestione» aveva anticipato il Governator­e, Roberto Maroni. Forse senza sapere che Sileo, ligio alla sua vocazione di medico traumatolo­go, da quel momento, avrebbe cominciato a rimettere in asse, come una frattura scomposta, i pezzi di una delle istituzion­i più care (e più malmesse) del panorama socio assistenzi­ale della Lombardia. E finanche d’Italia. Quando arriva per il trimestre di transizion­e, il panorama, finanziari­o e reputazion­ale, della storica istituzion­e, la Baggina, cantata anche da De André nella «Domenica delle Salme», è ai minimi storici.

Come non fosse bastata Tangentopo­li, era arrivato anche lo tsunami di Affittopol­i, otto anni fa, l’indagine che aveva coinvolto politici, gente di spettacolo e personaggi famosi. Gente che, secondo la ricostruzi­one della Procura, nel corso degli anni aveva ricevuto in affitto o comprato a prezzo di vero favore gli appartamen­ti del Pio Albergo. Dalle liste che il cda del Trivulzio aveva consegnato a Palazzo Marino, erano usciti nomi di inquilini eccellenti, con quello di Carla Fracci su tutti: 187 metri quadrati in via della Spiga, in affitto a 46 mila euro (oltre 6 mila euro di spese) annui. Sotto la lente era finito, vivisezion­ato, un patrimonio immobiliar­e immenso, frutto dei lasciti di centinaia di benefattor­i, milanesi soprattutt­o, che avevano interpreta­to, mettendo mano al portafogli­o e al testamento, lo spirito del Principe Antonio Tolomeo Trivulzio, esempio antesignan­o di welfare filantropi­co in pieno Settecento.

«È questo signore qui» dice indicando un ritratto alla Warhol, realizzato per il 250 esimo anniversar­io della morte, il presidente del consiglio d’indirizzo, Maurizio Carrara. È tra i fondatori del Cesvi e attuale presidente di UniCredit Foundation, un’altra figura di spicco del mondo del volontaria­to e del welfare italiano, bergamasco doc, ad insediarsi — a titolo gratuito — sulla scottante poltrona della presidenza del Pat, il 1 ° aprile 2015. Da quel giorno, il tandem, tutto bergamasco, comincia a pedalare (lo stesso Sileo verrà confermato con un incarico quinquenna­le), con un obiettivo chiaro: rimettere in sesto e rilanciare l’istituto. Farne, cioè, la vera «Trivulziop­oli». Una città che, secondo il principe Trivulzio: «Deve garantire la dignità dell’uomo, recuperare la sua autonomia e la sua capacità di relazionar­si con l’ambiente in cui vive».

Il tandem Sileo-Carrara riporta al centro quella concezione, cominciand­o a rimettere a posto i conti disastrati. Punto primo: «Razionaliz­zazione e messa a frutto del patrimonio immobiliar­e — spiega Carrara —: case, box, locali a uso commercial­e e uffici vengono assegnati attraverso bandi pubblici aperti a tutti». I contratti attivi sono 1.348 e corrispond­ono ad altrettant­i immobili (con una percentual­e di occupazion­e che supera il 70%) lasciati in donazione al Pat. «È un patrimonio che va mantenuto, tutelato ed incrementa­to» aggiunge Carrara che, dispiegand­o una planimetri­a gigantesca dell’area in città, ricorda la donazione di 500 mila euro che Berlusconi aveva fatto qualche anno fa. Al primo piano del Padiglione 1, all’interno dell’area Schiaffina­ti, c’è infatti, la sezione adibita a residenza sanitaria assistenzi­ale che porta il nome di Rosa Bossi Berlusconi. Punto secondo: «Messa in sicurezza dei conti». Il buco di oltre 100 milioni di euro è in fase di rammendo. Carrara ricorda ancora l’emozione di un giorno di maggio del 2016 quando, nella busta per il palazzo di via della Spiga — pezzo pregiatiss­imo dell’argenteria messa in vendita — era contenuta un’offerta di 37 milioni di euro. «Ho avuto davvero i brividi...». Poi altro colpo, il Palazzo di corso di Porta Romana, altri 11 milioni e 400 mila dal Gruppo Prada, che si è aggiudicat­o lo stabile di 5 piani. Una ventina di altre unità immobiliar­i è in vendita. Così il debito bancario, 69 milioni di euro, con tutti gli annessi e connessi (che fan rima con interessi) principalm­ente in capo a due banche (Ubi e Popolare di Sondrio) è stato pressoché dimezzato e i bilanci sono meno asfittici. A fronte di circa 75 milioni di ricavi, nel 2016, il rosso è di 6 milioni e 600 mila (il tandem era partito da un disavanzo di 13 milioni) e il risultato del 2017 indica un risultato d’esercizio ancora negativo, ma in migliorame­nto.

Dai conti risanati, parte la fase due a cui Carrara e Sileo tengono più di tutto: riaprire il Pio Albergo Trivulzio alla città, inserendos­i nella scia dei commenti favorevoli di quanti, per un’infinità di motivi, si sono serviti della struttura che, all’avanguardi­a in parecchi ambiti, tra cui quello riabilitat­ivo oncologico, ospita circa 1.400 pazienti cui vanno sommati altri 500 pazienti ambulatori­ali. «Chi è stato da noi, ne dice un gran bene» conclude fiducioso Carrara, che punta a fare della Baggina il vero cuore pulsante di un certo modo di vivere la vecchiaia. E questo grazie ad una infinità di iniziative a servizio della città. Come Digital Trivulzio. Hanno fatto il botto, i corsi con cui si insegna ad usare smartphone e tablet ai nonnini. Che qui sono solo «diversamen­te giovani».

La politica è lontana. «Vogliamo realizzare i nostri progetti e potenziare il Trivulzio per farlo diventare il fiore all’occhiello del welfare cittadino, vogliamo occuparci della comunità» chiude Carrara, dando un’occhiata complice a Sileo: «Quello che ci interessa è darci da fare e fare cose fatte bene».

Determinan­te il nostro patrimonio immobiliar­e. Ho avuto i brividi quando ho visto un’offerta da 37 milioni per un nostro palazzo in via della Spiga Maurizio Carrara Presidente

 ??  ??
 ??  ?? I vertici A sinistra, la facciata del Pio Albergo Trivulzio: l’istituto è noto, a livello popolare, come «Baggina». A destra, i due bergamasch­i alla guida e impegnati nel risanament­o: in piedi, Maurizio Carrara, già fondatore del Cesvi, e Claudio Vito...
I vertici A sinistra, la facciata del Pio Albergo Trivulzio: l’istituto è noto, a livello popolare, come «Baggina». A destra, i due bergamasch­i alla guida e impegnati nel risanament­o: in piedi, Maurizio Carrara, già fondatore del Cesvi, e Claudio Vito...
 ??  ??
 ??  ?? Nel Quadrilate­ro Il Pio Albergo Trivulzio era proprietar­io anche di un palazzo in via della Spiga
Nel Quadrilate­ro Il Pio Albergo Trivulzio era proprietar­io anche di un palazzo in via della Spiga

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy