TANTE VOCI CONFUSE
Stiamo per assistere a una campagna elettorale molto complicata. Il 2018 ci introdurrà alle meraviglie del Rosatellum, la legge che ha infine messo d’accordo tutti gettando le basi per un futuro di instabilità parlamentare. Si può già immaginare un’enorme quantità di candidati alla disperata ricerca d’attenzione del singolo elettore. Per orientarsi: in una singola porzione di provincia e per ogni partito in gara, verranno a chiedere il voto il candidato al collegio uninominale alla Camera e il corrispondente candidato all’uninominale del Senato, ma anche i rispettivi capilista (che difficilmente saranno le stesse persone) delle liste proporzionali per Camera e Senato. Oltre a questi, la nutrita squadra dei concorrenti per il consiglio regionale — il 4 marzo sarà election day, si vota anche per la Regione — dovrà cercare di ottenere il voto di preferenza, che per altro questa volta può essere doppio, uno a una donna e uno a un uomo. Il tutto moltiplicato per un numero di liste ora neanche pronosticabile. Un contesto che si annuncia confuso, con una sovrapposizione di nomi, di volti, di voci sempre più alta con l’avvicinarsi del traguardo e che renderanno difficile individuare specificità a chi fa informazione, figuriamoci al singolo cittadino. Un meccanismo voluto per tenere saldo il controllo al vertice dei partiti (tutti), prima nella formazione delle liste, poi nella gestione dei gruppi parlamentari. Perciò quando qualche candidato parlerà di territorio e cose così, a comizi e dibattiti, restare seri non sarà un obbligo.