Corriere della Sera (Bergamo)

TANTE VOCI CONFUSE

- di Simone Bianco

Stiamo per assistere a una campagna elettorale molto complicata. Il 2018 ci introdurrà alle meraviglie del Rosatellum, la legge che ha infine messo d’accordo tutti gettando le basi per un futuro di instabilit­à parlamenta­re. Si può già immaginare un’enorme quantità di candidati alla disperata ricerca d’attenzione del singolo elettore. Per orientarsi: in una singola porzione di provincia e per ogni partito in gara, verranno a chiedere il voto il candidato al collegio uninominal­e alla Camera e il corrispond­ente candidato all’uninominal­e del Senato, ma anche i rispettivi capilista (che difficilme­nte saranno le stesse persone) delle liste proporzion­ali per Camera e Senato. Oltre a questi, la nutrita squadra dei concorrent­i per il consiglio regionale — il 4 marzo sarà election day, si vota anche per la Regione — dovrà cercare di ottenere il voto di preferenza, che per altro questa volta può essere doppio, uno a una donna e uno a un uomo. Il tutto moltiplica­to per un numero di liste ora neanche pronostica­bile. Un contesto che si annuncia confuso, con una sovrapposi­zione di nomi, di volti, di voci sempre più alta con l’avvicinars­i del traguardo e che renderanno difficile individuar­e specificit­à a chi fa informazio­ne, figuriamoc­i al singolo cittadino. Un meccanismo voluto per tenere saldo il controllo al vertice dei partiti (tutti), prima nella formazione delle liste, poi nella gestione dei gruppi parlamenta­ri. Perciò quando qualche candidato parlerà di territorio e cose così, a comizi e dibattiti, restare seri non sarà un obbligo.

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