Ascom, Malvestiti: «Lascio una realtà solida»
Il presidente uscente di Ascom e la successione prevista a maggio con il suo vice Zambonelli
«L ascio una struttura solida, con tanta professionalità da parte di chi ci lavora»: Paolo Malvestiti traccia un bilancio del suo periodo da presidente dell’Ascom, in vista della successione a maggio. Il testimone a Giovanni Zambonelli.
Nessun diluvio dopo di lui. Paolo Malvestiti, presidente dell’Ascom, fa il verso al motto napoleonico che vorrebbe un destino quanto meno incerto, se non proprio catastrofico, dopo l’uscita di scena del leader. Nel caso del presidente dell’Ascom, la fine del mandato è già stabilita da tempo. Sarà a maggio ed il prosieguo è già delineato dalle dinamiche statutarie dell’associazione. «Subentrerà il mio vice, Giovanni Zambonelli, come io, a suo tempo, subentrai a Ivan Rodeschini che mi lasciò in eredità una struttura già molto ben organizzata», spiega lo stesso Malvestiti.
Diciassette anni in sella non sono pochi. Una presidenza lunghissima che ha posto l’accento sulla necessità di presidiare maggiormente il territorio. «Non era possibile che un nostro tesserato con attività in alta Valle o nella Bassa dovesse venire a Bergamo per il disbrigo delle pratiche», ricorda Malvestiti. Da questa necessità, sono nate le delegazioni territoriali, dieci in tutto, che svolgono una funzione satellitare. «Per la soddisfazione dei nostri tesserati». Ma c’è un altro elemento del lascito, di cui Malvestiti va particolarmente orgoglioso: «La nuova sede e chi ci lavora. Il nuovo edificio risponde a criteri di efficienza e di prestigio. La sua ristrutturazione è il segno tangibile dell’attenzione con cui abbiamo saputo interpretare i segni dei tempi che cambiano», rileva il presidente dell’Ascom. E aggiunge un particolare elogio ai suoi dipendenti: «Nell’immagine della sede rinnovata si riflette anche la professionalità del personale che risponde alle nuove sfide del mercato puntando su formazione e specializzazione».
Chiuso il capitolo Ascom, prima di potersi dedicare anima e corpo alla sua mission di appassionato commerciante, a Malvestiti resteranno ancora parecchi mesi come presidente della Camera di Commercio. Il mandato, infatti, si concluderà alla fine di marzo 2020. All’addio dallo scranno camerale manca un biennio che sarà fondamentale per accompagnare e delineare i nuovi assetti della rappresentanza dei corpi intermedi. «È un momento di trasformazione un po’ per tutti», ammette Malvestiti. L’associazionismo oggi è in particolare difficoltà perché alle prese con perdite di iscritti, difficoltà di fornire servizi alle aziende, fatica nel raccogliere e nel portare avanti gli interessi degli associati. Il tutto in un contesto economico che permane incerto e nebuloso. «Eppure da qui si deve partire — aggiunge Malvestiti — perché solo le associazioni, le rappresentanze, sanno intrecciare le esigenze degli iscritti e le necessità del territorio con le grandi trasformazioni che altrimenti rischiano di correre alte e veloci sopra le nostre teste».
Il 2017 è stato contraddistinto dal valzer delle presidenze: Confindustria, Imprese & Territorio, Confartigianato, Ance e Confesercenti hanno varato i nuovi assetti che nel 2018 sono chiamati al banco di prova. «È il concetto stesso di rappresentanza che va rigenerato — conclude Malvestiti — tenendo presente che il nostro dovere è accompagnare con convinzione la ripresa di alcuni settori, e mi riferisco in particolare all’edilizia e al ruolo che, in questa partita, deve giocare il mondo degli artigiani».
Il mio orgoglio è la nuova sede e la professionalità di chi ci lavora. Le sedi decentrate scelta necessaria Paolo Malvestiti Fino al 2020 Malvestiti manterrà invece a lungo la carica di presidente della Camera di Commercio Un altro settore Zambonelli che gli succederà è da anni a capo degli albergatori bergamaschi Il futuro Zambonelli troverà una struttura solida come già la trovai io quando mi insediai