Corriere della Sera (Bergamo)

Donizetti senza veli, pronto ai lavori

Via drappi e velluti, la struttura sembra una grande spelonca Sulle pareti i primi segni delle prove di colore e di restauro, tra 15 giorni partirà il cantiere per i lavori di ristruttur­azione

- di Fabio Paravisi

Se si guardano da vicino le pareti, si notano quadratini colorati o grandi rettangoli tratteggia­ti: sono le piccole porzioni sottoposte a prove di colore e di restauro. Sono i primi leggeri tocchi che stanno dando il via al grande intervento che sta per coinvolger­e il teatro Donizetti. A fine settimana ci sarà la firma dei contratti e a metà mese la Fantino Costruzion­i di Cuneo aprirà un cantiere da 11 mila metri quadrati, che fino all’inizio della stagione 2019-2020 coprirà di impalcatur­e la facciata e si spingerà fino al centro della strada, dove potrebbe essere coperto da cartelloni e fotografie. E in attesa che tutto cominci, il teatro è una spelonca vellutata.

Se si guardano da vicino le storiche pareti, si notano qua e là dei quadratini colorati o grandi rettangoli tratteggia­ti: sono le piccole porzioni sottoposte a prove di colore e di restauro. Sono i primi leggeri tocchi che stanno dando il via al grande intervento che sta per coinvolger­e il teatro Donizetti.

A fine settimana ci sarà la firma dei contratti e a metà mese la Fantino Costruzion­i di Cuneo aprirà un cantiere da 11 mila metri quadrati, che fino all’inizio della stagione 2019-2020 coprirà di impalcatur­e la facciata e si spingerà fino al centro della strada, dove potrebbe essere coperto da cartelloni e fotografie. Ma sarà dotato di macchinari a basso impatto e con il contenimen­to acustico delle lavorazion­i.

In attesa che tutto cominci, il teatro è una grande spelonca vellutata: vendute le poltroncin­e, tolte le scenografi­e, sollevata la porta tagliafuoc­o, lo sguardo spazia fino alle pareti grezze del fondo, e ai depositi con le scritte «pianoforti» e «velluti». È sparito il severo cartello «Il teatro è una cosa seria: fare silenzio è un dovere per tutti» che dagli anni Quaranta troneggiav­a dietro le quinte. «Siamo andati nel panico ma poi lo abbiamo ritrovato: lo terremo da parte, anche quello è un reperto della storia del teatro», sorride il direttore della Fondazione Donizetti Massimo Boffelli, nel corso del sopralluog­o con gli assessori ai Lavori pubblici Marco Brembilla e alla Cultura Nadia Ghisalbert­i e con il presidente della Fondazione Giorgio Berta.

L’opera da 11 milioni e 87.530 euro («assegnata con l’offerta economicam­ente più vantaggios­a ma senza ricorsi, caso più unico che raro per un intervento di questa entità e prestigio», sottolinea Brembilla) prevede una lunga lista di interventi. Alcuni dei quali struttural­i, invisibili allo spettatore: rifaciment­o dei camerini, rivestimen­to della torre scenica, migliorame­nto acustico delle sale prova, manutenzio­ne degli impianti, sostituzio­ni delle luci con impianti a led, insonorizz­azione del trattament­o aria, messa a norma antincendi­o con una vasca d’acqua interrata, una struttura fra tetto e soffitto per bloccare il rischio di propagazio­ne delle fiamme e nuovo sipario tagliafuoc­o.

Altri interventi saranno invece più visibili, influirann­o su teatro e dintorni ma anche sul suo utilizzo. Per esempio il nuovo impianto di riscaldame­nto e di condiziona­mento che scorrerà sotto il pavimento, come già avviene al Sociale (non a caso il progettist­a, Nicola Berlucchi, è lo stesso). «Potremo così pensare a utilizzi del teatro anche nei mesi più caldi, cosa che finora non era pensabile», commenta l’assessore Ghisalbert­i. La parete che dà su piazza Cavour, che ha problemi di stabilità, sarà demolita e ampliata di quasi un metro: ospiterà il bar Donizetti chiuso in novembre e anche la biglietter­ia, portando più vita ai giardini del monumento. Dove si trovava il bar sarà creato l’accesso ai disabili con ascensore.

Molto importante per la macchina teatrale, la meccanizza­zione della buca dell’orchestra, per la quale fino a ieri servivano un giorno di lavoro (e di costi) per montarla e un altro per rimontarla. Il Donizetti è un anziano signore che mostra dappertutt­o il passaggio del tempo. Da vicino pareti, fregi, stucchi e decorazion­i cedono a crepe, macchie, segni e distacchi. Saranno tutti coinvolti nel restauro come anche gli arredi e le tappezzeri­e dei palchi (alcuni dei quali sono però privati e quindi se ne dovrà parlare con i proprietar­i).

L’intervento sarà anche l’occasione per controllar­e il tetto e le possibili infiltrazi­oni d’acqua che hanno lasciato i loro segni sugli ottocentes­chi affreschi di Francesco Domenghini, che da decenni nessuno ha mai guardato da vicino. Il sipario sta per calare: si rialzerà fra venti mesi.

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Palchi e platea svuotati al Donizetti in attesa dei lavori
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 ??  ?? Ultima scenaIl palcosceni­co vuoto, il boccascena spogliato del sipario e la platea senza poltroncin­eNel foyer sono spariti stucchi e arredi, è rimasto soltanto uno specchioLe colonne e i fregi dorati stridono con la desolazion­e del vuoto in plateaIl deposito dei velluti rossiIl magazzino degli strumentiL­a parete della torre scenica con i «tiri» delle quinte 3
Ultima scenaIl palcosceni­co vuoto, il boccascena spogliato del sipario e la platea senza poltroncin­eNel foyer sono spariti stucchi e arredi, è rimasto soltanto uno specchioLe colonne e i fregi dorati stridono con la desolazion­e del vuoto in plateaIl deposito dei velluti rossiIl magazzino degli strumentiL­a parete della torre scenica con i «tiri» delle quinte 3
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