Donizetti senza veli, pronto ai lavori
Via drappi e velluti, la struttura sembra una grande spelonca Sulle pareti i primi segni delle prove di colore e di restauro, tra 15 giorni partirà il cantiere per i lavori di ristrutturazione
Se si guardano da vicino le pareti, si notano quadratini colorati o grandi rettangoli tratteggiati: sono le piccole porzioni sottoposte a prove di colore e di restauro. Sono i primi leggeri tocchi che stanno dando il via al grande intervento che sta per coinvolgere il teatro Donizetti. A fine settimana ci sarà la firma dei contratti e a metà mese la Fantino Costruzioni di Cuneo aprirà un cantiere da 11 mila metri quadrati, che fino all’inizio della stagione 2019-2020 coprirà di impalcature la facciata e si spingerà fino al centro della strada, dove potrebbe essere coperto da cartelloni e fotografie. E in attesa che tutto cominci, il teatro è una spelonca vellutata.
Se si guardano da vicino le storiche pareti, si notano qua e là dei quadratini colorati o grandi rettangoli tratteggiati: sono le piccole porzioni sottoposte a prove di colore e di restauro. Sono i primi leggeri tocchi che stanno dando il via al grande intervento che sta per coinvolgere il teatro Donizetti.
A fine settimana ci sarà la firma dei contratti e a metà mese la Fantino Costruzioni di Cuneo aprirà un cantiere da 11 mila metri quadrati, che fino all’inizio della stagione 2019-2020 coprirà di impalcature la facciata e si spingerà fino al centro della strada, dove potrebbe essere coperto da cartelloni e fotografie. Ma sarà dotato di macchinari a basso impatto e con il contenimento acustico delle lavorazioni.
In attesa che tutto cominci, il teatro è una grande spelonca vellutata: vendute le poltroncine, tolte le scenografie, sollevata la porta tagliafuoco, lo sguardo spazia fino alle pareti grezze del fondo, e ai depositi con le scritte «pianoforti» e «velluti». È sparito il severo cartello «Il teatro è una cosa seria: fare silenzio è un dovere per tutti» che dagli anni Quaranta troneggiava dietro le quinte. «Siamo andati nel panico ma poi lo abbiamo ritrovato: lo terremo da parte, anche quello è un reperto della storia del teatro», sorride il direttore della Fondazione Donizetti Massimo Boffelli, nel corso del sopralluogo con gli assessori ai Lavori pubblici Marco Brembilla e alla Cultura Nadia Ghisalberti e con il presidente della Fondazione Giorgio Berta.
L’opera da 11 milioni e 87.530 euro («assegnata con l’offerta economicamente più vantaggiosa ma senza ricorsi, caso più unico che raro per un intervento di questa entità e prestigio», sottolinea Brembilla) prevede una lunga lista di interventi. Alcuni dei quali strutturali, invisibili allo spettatore: rifacimento dei camerini, rivestimento della torre scenica, miglioramento acustico delle sale prova, manutenzione degli impianti, sostituzioni delle luci con impianti a led, insonorizzazione del trattamento aria, messa a norma antincendio con una vasca d’acqua interrata, una struttura fra tetto e soffitto per bloccare il rischio di propagazione delle fiamme e nuovo sipario tagliafuoco.
Altri interventi saranno invece più visibili, influiranno su teatro e dintorni ma anche sul suo utilizzo. Per esempio il nuovo impianto di riscaldamento e di condizionamento che scorrerà sotto il pavimento, come già avviene al Sociale (non a caso il progettista, Nicola Berlucchi, è lo stesso). «Potremo così pensare a utilizzi del teatro anche nei mesi più caldi, cosa che finora non era pensabile», commenta l’assessore Ghisalberti. La parete che dà su piazza Cavour, che ha problemi di stabilità, sarà demolita e ampliata di quasi un metro: ospiterà il bar Donizetti chiuso in novembre e anche la biglietteria, portando più vita ai giardini del monumento. Dove si trovava il bar sarà creato l’accesso ai disabili con ascensore.
Molto importante per la macchina teatrale, la meccanizzazione della buca dell’orchestra, per la quale fino a ieri servivano un giorno di lavoro (e di costi) per montarla e un altro per rimontarla. Il Donizetti è un anziano signore che mostra dappertutto il passaggio del tempo. Da vicino pareti, fregi, stucchi e decorazioni cedono a crepe, macchie, segni e distacchi. Saranno tutti coinvolti nel restauro come anche gli arredi e le tappezzerie dei palchi (alcuni dei quali sono però privati e quindi se ne dovrà parlare con i proprietari).
L’intervento sarà anche l’occasione per controllare il tetto e le possibili infiltrazioni d’acqua che hanno lasciato i loro segni sugli ottocenteschi affreschi di Francesco Domenghini, che da decenni nessuno ha mai guardato da vicino. Il sipario sta per calare: si rialzerà fra venti mesi.