La professoressa Ancora in bilico il marito indagato
Il filo rosso che collega l’omicidio di Gianna del Gaudio a quello di Daniela Roveri è più uno scrupolo che un sospetto investigativo. La procura ha affidato al Ris il confronto tra due tracce. Una contiene il Dna di un uomo ed è stata trovata su un guanto di lattice, in un sacchetto con un cutter e il sangue della professoressa di Seriate uccisa il 26 agosto 2016. L’altra contiene l’aplotipo Y (indica la discendenza paterna) ed era su una guancia e sull’indice destro della manager di Colognola. Tra i due ci sarebbe un’affinità della Y tutta da interpretare. Questo perché l’aplotipo può essere condiviso dalla popolazione di un territorio esteso. Non a caso il tentativo del Ris è anche quello di estrapolare un vero e proprio Dna dalla traccia sulla Roveri. Servirebbe per avere più informazioni sul delitto di Colognola. E, nel caso di esito negativo del confronto (o di confronto impossibile), spingerebbe verso la chiusura quello di Seriate. Qui un indagato c’è, l’unico. È Antonio Tizzani, il marito di Gianna del Gaudio. La genetica c’entra a metà. Sul cutter nel sacchetto c’è il suo Dna anche se il suo consulente, il genetista forense Giorgio Portera, ha già messo in discussione che sia completo tanto da stabilirne la paternità. Ma i carabinieri hanno raccolto anche altro, attraverso le indagini tecniche e le testimonianze. Chiedere l’archiviazione (improbabile) o il processo: la decisione spetta al pm Laura Cocucci.