Un debito di droga dietro l’esecuzione dei due spacciatori
Cosa abbia armato l’assassino dei due spacciatori di Bariano è stato chiaro fino al principio: soldi non riscossi, poche migliaia di euro per la droga fornita. Con quale obiettivo, idem: dimostrare agli altri pusher del Tanganì, un tempo zona di passeggiate e picnic, che non c’è da scherzare sui pagamenti. Chi ha premuto il grilletto, il 20 luglio scorso, in pieno pomeriggio, resta però senza nome. Gli abitanti delle campagne di Bariano i colpi li avevano sentiti: quattro, uno di seguito all’altro, ma solo saputa la notizia avevano capito che si trattava di spari. Il killer aveva sorpreso Abdelassad El Moursali, 22 anni, e Nabil El Karfi, 25, entrambi marocchini, in uno dei boschetti in riva al Serio. Erano accovacciati su un cartone, pronti a ricevere la clientela. Proprio un tossicodipendente aveva fatto scattare l’allarme. Aveva provato a contattarli, ma i loro telefonini erano spenti. Sapendo dove cercarli, si era addentrato tra i cespugli e aveva scoperto i cadaveri. Abdelassad El Moursali è stato ucciso con tre colpi al petto, sparati dall’alto verso il basso. Viveva nel Bresciano e si spostava in treno, poi in bicicletta. Stava per sposare una ventiduenne italiana di ComezzanoCizzago. «Era preoccupato, aveva paura di qualcosa», aveva raccontato la ragazza agli inquirenti. Nabil El Karfi, invece, era stato freddato con un unico colpo alla testa. Viveva nel Milanese e raggiungeva ogni giorno Bariano con un’auto intestata a un prestanome.