Corriere della Sera (Bergamo)

Manodopera illegale ed evasione Imprendito­ri indagati

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La manodopera irregolare arrivava da Pordenone: in particolar­e lavoratori dell’Est, Romania, Slovenia, Repubblica Ceca. Tutti gestiti, secondo la Finanza del Friuli, da una associazio­ne a delinquere specializz­ata nell’intermedia­zione illecita e in vari meccanismi per l’evasione fiscale. Eppure, nonostante fosse la provincia di Pordenone il territorio di smistament­o dei vari operai (per l’edilizia e le imprese manifattur­iere), i lavoratori risultavan­o assunti da 13 diverse società con sede legale a Sassari. «Scatole vuote», secondo gli investigat­ori, che servivano solo da schermo per la manodopera irregolare e anche da strumento per fatturare operazioni considerat­e inesistent­i, quindi per evadere. In questo sistema i finanzieri hanno individuat­o 37 aziende del Nord Italia, di cui due bergamasch­e, che ricevevano manodopera dalla banda di Pordenone, facendo però risultare di aver ottenuto «prestazion­i di servizio» dalle società con sede a Sassari, in realtà mai operative. Anche i due imprendito­ri bergamasch­i, da quel che risulta titolari di due società nella Bassa, sono attualment­e indagati (uno stralcio dell’inchiesta è arrivato alla procura di piazza Dante) per aver pagato fatture su operazioni ritenute inesistent­i che servivano solo a nascondere, secondo l’accusa, la somministr­azione illegale di manodopera. Complessiv­amente sarebbero stati 1.057 i lavoratori gestiti in questo modo tra Venezia, Brescia, Padova, Treviso, Vicenda, Modena, Pavia, Milano e Bergamo.

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