DUNK
Dai Verdena alla band coi Giuradei Domani in uscita il disco omonimo del progetto parallelo di Luca Ferrari
Origine Il progetto nato dall’amicizia tra il batterista dei Verdena e Marco Giuradei
Luca Ferrari, batterista dei Verdena, è un animo solitario. Preferisce stare nelle retrovie, guardando le spalle degli altri musicisti, mentre lui li segue e detta tempi, perdendosi però tra le sue percussioni e visionarie pulsazioni. Artista di poche parole, rilascia di rado interviste per i Verdena, men che meno per progetti musicali paralleli, come quello di Dunk, ideato con Marco ed Ettore Giuradei, allargato poi al chitarrista dei Marta sui Tubi, Carmelo Pipitone.
È in uscita domani l’album omonimo e di debutto della band, pubblicato dalla Woordworm Label. Ad ascoltarlo si sente l’influenza rock e psichedelica di Ferrari, intrecciata all’anima da cantastorie dei fratelli bresciani. La storia di questa nuova formazione nasce tempo fa. «Marco e Luca — si legge nella nota biografica — si conoscono per caso, durante una data del progetto Giuradei a Bergamo. L’amicizia si rafforza negli anni con una serie di interminabili jam session all’HenHouse Studio di Albino (rifugio creativo e studio di registrazione dei Verdena, ndr). Nel frattempo Ettore, fratello di Marco e deus ex machina dei Giuradei, comincia a scrivere nuove canzoni con testi ispirati ad autori come Carmelo Bene e Antonin Artaud, toccando principalmente il tema del doppio e di una certa inadeguatezza dell’esistere».
Nascono brani che si inzuppano di tante cose, suoni, pensieri, film, letteratura. Nascono i Dunk.
L’esordio ufficiale è dello scorso aprile, per il decennale del locale bresciano Latteria Molloy. Il riscontro di pubblico fu immediato, ma per i musicisti mancava qualcosa. «Ettore Giuradei contatta Carmelo Pipitone — si legge in una nota stampa —. La band torna in sala prove a comporre nuovi pezzi che presenta nel corso dell’estate, in alcuni live esclusivi». Lo scorso settembre i quattro si riuniscono al Taverna Studio di Brescia e iniziano a registrare l’omonimo album: undici tracce che «raccolgono tutto l’entusiasmo della manciata di mesi passata insieme — dicono i musicisti —. È un disco poco pensato, suonato di pancia, a cuore aperto».
Il risultato è Dunk che si ascolterà al Druso il 6 aprile. Per Giuradei e compagni, questo progetto artistico «è ricerca di una forma, è lasciarsi alle spalle la canzone, è avanzare verso un’opera, dentro la meraviglia». E ancora, per riprendere il testo di «Ballata 2», «è un pensiero, è una speranza che ho sempre in testa». È un labirinto fatto di parole e suoni, a volte distorti a volte energici, altre percussivi, in cui perdersi.