Corriere della Sera (Bergamo)

OSPEDALI SENZA PACE

- di Beppe Fumagalli

Che il gruppo San Donato strappi al Bolognini di Seriate il primario e due suoi assistenti decapitand­o uno dei reparti di cardiologi­a più importanti della Lombardia, non ha nulla di scandaloso. Il colosso ospedalier­o privato si muove in modo lineare. Vuole offrire ai propri clienti un servizio del massimo livello, guarda cosa offre il mercato e sceglie il meglio. Il problema è un altro. Mentre il privato si dà da fare, il pubblico, ossia il settore sostenuto dalla più alta tassazione mondiale, che fa? Appoggia la testa sul cippo delle logiche di mercato e si lascia decapitare dal privato? O fa anche qualcosa di peggio? L’impression­e è che prima di subire i fendenti del privato, il pubblico abbia passato il tempo a infliggers­i mutilazion­i, che di fatto hanno agevolato il raid del San Donato. La cardiologi­a del Bolognini per crescere aveva bisogno della copertura del reparto di cardiochir­urgia del Papa Giovanni di Bergamo. Mettere in rete i due ospedali avrebbe dato vita a un polo d’eccellenza europeo e quindi mondiale. Invece no. Un obiettivo gigantesco è stato immolato sull’altare della micragna. A fronte di interventi tra i più remunerati­vi, il Papa Giovanni ha invocato carenze di organico e aumento dei costi. Foglie di fico, dicono le malelingue, per coprire beghe di cortile. Forse qualcuno ha addirittur­a fatto il tifo per il San Donato. E la politica? A quanto pare ha l’elettrocar­diogramma piatto. La Regione, già alle prese con la campagna elettorale, non è intervenut­a per portare pace (e risorse).

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