Corriere della Sera (Bergamo)

Il farmaco che frena la Sla

Somministr­ata al primo dei 18 pazienti in lista

- Gisella Laterza

Al Papa Giovanni, unico in Lombardia, da un mese è iniziata la somministr­azione dell’edaravone, un farmaco che, su pazienti in cui la malattia è all’inizio, rallenta la Sla.

Un nuovo farmaco per contrastar­e l’avanzament­o della Sla. L’edaravone può essere somministr­ato solo in cliniche autorizzat­e e, in Lombardia, l’unico centro è l’Asst Papa Giovanni XXIII, dove i medici hanno avviato il primo ciclo un mese fa.

Il farmaco non guarisce dalla Sla, ma ne rallenta la progressio­ne. Tuttavia è efficace solo in pazienti con malattia in fase iniziale e che rientrino in alcuni criteri stabiliti dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Inoltre, attualment­e due criticità non permettono di iniziare la terapia con tutti i malati idonei. La prima è «l’approvvigi­onamento del farmaco, che viene dal Giappone, le quantità disponibil­i sono sufficient­i per iniziare con i primi pazienti — dice il neurologo del Papa Giovanni Virginio Bonito —. La seconda criticità è la carenza di posti letto. Siamo riusciti a somministr­are il primo ciclo al primo dei 18 pazienti che corrispond­ono ai criteri in Bergamasca. Stiamo dialogando con Ats perché possa autorizzar­e al più presto la cura a domicilio».

Oggi alle 14.30 alla torre 7 del Papa Giovanni si terrà un convegno informativ­o organizzat­o dall’ospedale, dalla onlus Ibis e dall’Aisla (Associazio­ne italiana sclerosi laterale amiotrofic­a). Parteciper­anno, fra gli altri, il direttore sanitario Fabio Pezzoli, il direttore di Neurologia Maria Rosa Rottoli e il direttore sanitario di Ats Bergamo Giorgio

Non guarisce L’edaravone è efficace solo in pazienti in cui la malattia è a uno stadio iniziale

Barbaglio. «È stata la nostra associazio­ne a dare l’input alla commercial­izzazione del farmaco in Italia, dopo il nostro congresso annuale di Torino, l’anno scorso — evidenzia Anna Di Landro (Aisla) —, siamo molto soddisfatt­i».

L’edaravone, dopo Giappone, Stati Uniti e Canada, è autorizzat­o in Italia da luglio dell’anno scorso e la somministr­azione è coperta dal servizio sanitario nazionale. Può prescriver­la solo il neurologo e la priorità di accesso è stabilita da una graduatori­a. «I criteri dipendono dal beneficio che il paziente può trarre — spiega il dottor Bonito —. Il farmaco è efficace se la somministr­azione inizia quando la malattia non è avanzata, i sintomi non sono gravi e la funzione respirator­ia è più dell’80%». Il primo paziente bergamasco ha dovuto attendere alcuni mesi prima che si liberasse un posto in ospedale idoneo. Il primo ciclo si è concluso il 24 dicembre, dopo 14 giorni di somministr­azioni consecutiv­e. Questa settimana è iniziato il secondo ciclo, 10 somministr­azioni in due settimane, dal lunedì al venerdì, per un totale di 124 in un anno. «Per trattare in ospedale venti pazienti — conclude Bonito — dovremmo avere quattro posti e due infermieri in più».

I malati di Sla in provincia di Bergamo sono 140. Erano 80 fino a quattro anni fa. Questa malattia neurodeger­ativa porta progressiv­amente a rigidità muscolare, difficoltà di parola, deglutizio­ne e infine respirazio­ne. Le cause dell’insorgenza non sono note. Un’altra novità, di cui si parlerà oggi, è la realizzazi­one del primo registro nazionale sulla Sla, promossa da Aisla insieme all’Associazio­ne del registro dei pazienti neuromusco­lari per raccoglier­e dati e conoscere l’incidenza della malattia. La prima fase è la compilazio­ne di un questionar­io che tutti i pazienti possono compilare online e comprende informazio­ni anche sugli ospedali e i medici che seguono i malati. Si può inserire i propri dati fino al 14 febbraio sul sito di Aisla all’indirizzo http://bit.ly/indaginesl­a.

 ??  ?? Primato Bergamo è l’unico ospedale lombardo che somministr­a il farmaco
Primato Bergamo è l’unico ospedale lombardo che somministr­a il farmaco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy