Il finanziamento a punti per i gatti assistiti
Il Comune stanzia 60 mila euro, sul prossimo triennio, per il gattile della Celadina gestito dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa), ma il finanziamento è a punti: ogni anno, la cifra fissa è di 4 mila euro, gli altri 16 mila verranno trasferiti (o meno) in proporzione al numero di felini soccorsi.
Domestici a parte, i gatti sul territorio di Bergamo sono di responsabilità municipale. Di più: le colonie feline (ce n’è una persino dentro al cimitero) fanno capo direttamente al sindaco. La convenzione, condivisa in commissione (astenuti solo i Cinquestelle), impegna la struttura della Celadina ad accogliere i mici abbandonati, malati o feriti negli incidenti stradali: solo per la «degenza postoperatoria», però, perché il pronto soccorso sta al canile (si chiama così, ma cura pure i gatti) dell’Ats. «Ma non vengono falcidiati a raffica per fortuna», chiarisce l’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà. La casistica più frequente, quindi, è «l’assenza forzosa di proprietari»: capita per gli animali dei carcerati. Più rari i felini sottratti agli «accumulatori seriali»: nel 2017 una sola persona era arrivata ad accumularne 20. Grazie ai fondi, il Comune stima una copertura di 70 capi all’anno. È un dato in linea con le statistiche storiche: l’anno scorso si è fermato a quota 64 su una capienza massima di 150 ospiti. Le tariffe previste sono una diaria di 2 euro e mezzo a gatto, più 100 euro, estemporanei, per garantire vaccinazioni, sterilizzazione e applicazione del microchip. Per testimoniare le spese, l’Enpa dovrà consegnare ogni tre mesi al Comune copie del registro, con ingressi e uscite dalla struttura, e un rendiconto dettagliato delle cure fornite a ciascun felino. Ora serve il placet del Consiglio comunale.
La struttura si impegna ad accogliere i gatti abbandonati