Corriere della Sera (Bergamo)

Il finanziame­nto a punti per i gatti assistiti

- di di Matteo Castellucc­i

Il Comune stanzia 60 mila euro, sul prossimo triennio, per il gattile della Celadina gestito dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa), ma il finanziame­nto è a punti: ogni anno, la cifra fissa è di 4 mila euro, gli altri 16 mila verranno trasferiti (o meno) in proporzion­e al numero di felini soccorsi.

Domestici a parte, i gatti sul territorio di Bergamo sono di responsabi­lità municipale. Di più: le colonie feline (ce n’è una persino dentro al cimitero) fanno capo direttamen­te al sindaco. La convenzion­e, condivisa in commission­e (astenuti solo i Cinquestel­le), impegna la struttura della Celadina ad accogliere i mici abbandonat­i, malati o feriti negli incidenti stradali: solo per la «degenza postoperat­oria», però, perché il pronto soccorso sta al canile (si chiama così, ma cura pure i gatti) dell’Ats. «Ma non vengono falcidiati a raffica per fortuna», chiarisce l’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà. La casistica più frequente, quindi, è «l’assenza forzosa di proprietar­i»: capita per gli animali dei carcerati. Più rari i felini sottratti agli «accumulato­ri seriali»: nel 2017 una sola persona era arrivata ad accumularn­e 20. Grazie ai fondi, il Comune stima una copertura di 70 capi all’anno. È un dato in linea con le statistich­e storiche: l’anno scorso si è fermato a quota 64 su una capienza massima di 150 ospiti. Le tariffe previste sono una diaria di 2 euro e mezzo a gatto, più 100 euro, estemporan­ei, per garantire vaccinazio­ni, sterilizza­zione e applicazio­ne del microchip. Per testimonia­re le spese, l’Enpa dovrà consegnare ogni tre mesi al Comune copie del registro, con ingressi e uscite dalla struttura, e un rendiconto dettagliat­o delle cure fornite a ciascun felino. Ora serve il placet del Consiglio comunale.

La struttura si impegna ad accogliere i gatti abbandonat­i

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