L’incanto del Cavagna e la «mostruosa meraviglia»
La mostra monografica dedicata all’artista. Esposto anche il coccodrillo di Ponte Nossa
Giovan Paolo Cavagna è un nome ancora troppo poco conosciuto: con la mostra «Visioni, apparizioni, miracoli» la Fondazione Bernareggi vuole dare risalto a questo pittore bergamasco, il più importante attivo tra ‘500 e ‘600, relegato al ruolo di «minore» rispetto agli arcinoti Lotto e Moroni. La mostra, che si terrà al Museo Bernareggi dal 9 febbraio al 6 maggio, corona la campagna di restauri coordinata dall’Ufficio Beni culturali della diocesi ed è stata resa possibile grazie alla collaborazione e al sostegno di Fondazione Credito Bergamasco: con questa esposizione il curatore Simone Facchinetti vuole studiare il linguaggio con cui l’artista ha tradotto la sua fede sulla tela. Come sottolinea don Giuliano Zanchi, segretario generale di Fondazione Adriano Bernareggi, «la nostra storia e il nostro territorio sono pieni di meraviglie sconosciute ai più, che vanno riscoperte e valorizzate».
Oltre alle opere del Cavagna sarà esposto anche il coccodrillo di Ponte Nossa, conservato nel santuario di Santa Maria Annunciata: anch’esso è stato sottoposto a restauro, grazie alla collaborazione del museo Caffi, e anche a una procedura diagnostica con raggi X e TAC alla casa di cura San Francesco. Il coccodrillo fa parte di quegli oggetti «mirabili», quelle stranezze, che erano considerate come rimandi tangibili alla storia religiosa: è simbolo un altro tipo di rappresentazione della fede, diverso ma complementare alle tele di Cavagna. Al tempo infatti, la sfera del sacro era decisamente a contatto con quella terrena: gli episodi sacri e i fatti miracolosi sono narrati con toni realistici, proprio come fa il pittore nei suoi quadri, calando gli uomini nel suo tempo.