Corriere della Sera (Bergamo)

Leu in solitaria Gori: gli elettori non capiranno

Rosati candidato. «Dimentican­o la Lombardia»

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«Saranno i loro elettori a non capire certe scelte»: Giorgio Gori ha commentato in anticipo, ieri, la decisione di Liberi e Uguali, in assemblea a Cinisello Balsamo, di correre in solitaria alle elezioni regionali, candidato presidente il consiglier­e lombardo (ed ex segretario della Cgil di Milano) Onorio Rosati. E a quel commento anticipato non sono mancate le risposte, da Cinisello: «Vedremo il 4 marzo cosa faranno gli elettori», ha replicato il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Mentre il capogruppo di Mdp Francesco Laforgia ha criticato Gori per «la scelta poco etica di lasciare Bergamo per un’altra avventura». Eppure, nella base di Liberi e Uguali, anche tra i bergamasch­i, si raccolgono ancora pareri discordant­i sulla scelta di non correre a sostegno del sindaco di Bergamo. Che da parte sua ha continuato a rilanciare, anche ieri in serata: «Per qualcuno l’importante è solo far perdere Renzi, ma qui c’è in ballo la Lombardia».

Le ultime 24 ore in cui si è consumato lo strappo, che appare ormai definitivo, erano iniziate giovedì sera in tivù, con le critiche di Pierluigi Bersani allo slogan di Giorgio Gori, «Fare, meglio», «che non traccia — secondo l’ex segretario democratic­o — una chiara discontinu­ità con il centrodest­ra in Lombardia». E sono terminate ieri, attorno alle 21, con la fine dell’assemblea di Liberi e Uguali a Cinisello Balsamo, condita di chiariment­i dei dirigenti del gruppo di sinistra sulla scelta di andare da soli alle regionali, candidando presidente Onorio Rosati, ma anche di critiche e frecciate al sindaco di Bergamo. Che da parte sua aveva di fatto commentato in anticipo l’esito dell’assemblea, dato per scontato: «Il nostro risultato non è appeso alle scelte della dirigenza di Liberi e Uguali. Saranno i loro elettori a non capire certe decisioni».

Un guanto di sfida raccolto dal segretario di Sinistra Italiana (in Leu), Nicola Fratoianni: «Vedremo il 4 marzo dove andranno gli elettori. Noi proveremo a fare bene in Lombardia e in tutto il paese, con coraggio e convinzion­e». Parole a cui si è aggiunta l’aspra critica di Francesco Laforgia, capogruppo alla Camera di Mdp: «Se qualcuno che ha ricevuto il mandato dalla sua comunità per fare il sindaco lo lascia per altro, questo ha poco a che fare con l’etica pubblica».

Insomma, a poco è servito l’appello, con tanto di lettera, arrivato da una parte della base, per una valutazion­e diversa sulla Lombardia. Si va da soli. E il più pacato, ieri nei

Da Bersani che critica lo slogan a Laforgia che attacca: poco etico lasciare Bergamo

confronti di Gori, è sembrato proprio il candidato presidente, il consiglier­e regionale di Mdp ed ex segretario della Camera del Lavoro di Milano, Onorio Rosati: «Gori è una persona rispettabi­lissima, non ci sono divisioni personali ma politiche su alcune questioni regionali e nazionali come la sanità e la scuola pubblica, le politiche del lavoro e la cura del territorio. Non bisogna fare meglio, ma fare diversamen­te».

È la base di Leu, però, a far trapelare divisioni, anche tra i bergamasch­i: l’ex sindaco di Treviglio Ariella Borghi, ad esempio, è stata tra i firmatari dell’appello per l’unità del centrosini­stra in Lombardia. Mentre ieri a Cinisello, tra i delegati, c’era l’altro treviglies­e, Matteo De Capitani, tra i fondatori in provincia di Mdp: «Noi vogliamo essere l’alternativ­a al Pd — ha commentato —, il 4 marzo come facciamo a chiedere un voto alle consultazi­oni nazionali con questa tesi e un altro in contraddiz­ione alle regionali sostenendo il Pd? Sarebbe stato diverso che il Partito democratic­o avesse accettato di discutere il programma».

Le ultime 24 ore dello strappo, dunque, ormai compiuto salvo clamorose sorprese. «I cittadini lombardi, inclusi gli elettori di Liberi e Uguali, hanno capito che qui c’è la possibilit­à di archiviare la lunga storia della Lega Nord al governo della Lombardia — rilancia Gori —. Non faccio appelli, constato dei dati di fatto. Per me la questione delle alleanze è chiusa qui, se poi cambierann­o idea, loro, vedremo. Nessuno, in questi mesi, ha voluto sedersi a un tavolo a discutere di temi. Sembra che l’unico problema sia far perdere Renzi, ma qui c’è in ballo la Lombardia. Ora vado a incontrare alcuni imprendito­ri a Monza, la nostra campagna non è all’inseguimen­to di Liberi e Uguali».

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La sfida Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, è candidato presidente della Regione con il sostegno di Pd e liste civiche, inclusa «Civica Popolare». Sfiderà il candidato del centrodest­ra Attilio Fontana, quello di Liberi e Uguali Onorio Rosati e, per...

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