Scende dallo scuolabus, travolto dall’auto
San Genesio, è morto in ospedale il bimbo di 9 anni che attraversava sulle strisce. Donati gli organi
L’investitore è un vicino di casa, la Polizia stradale ha aperto un’indagine
Dopo una notte passata a sperare nel miracolo, il cuore di Mattia si è fermato. I medici dell’ospedale San Matteo di Pavia hanno tentato in ogni modo di salvarlo, ma le sue condizioni erano disperate. La Polizia Stradale ha aperto un’inchiesta per chiarire la dinamica dell’incidente e le responsabilità del 26enne al volante. Stava tornando dalle lezioni pomeridiane, Mattia Convertini, il bimbo di 9 anni di San Genesio ed Uniti, comune alle porte di Pavia, che giovedì 11 gennaio alle 17 è sceso dallo scuolabus ed è stato investito a pochi metri da casa da un’auto in sorpasso giunta all’improvviso.
Il piccolo stava attraversando sulle strisce pedonali di Via Ponte Carate, quando una Dacia Duster che si trovava dietro lo scuolabus, lo ha travolto scaraventando il suo esile corpicino a una decina di metri di distanza. Una brusca frenata, poi un rumore sordo e le urla disperate dell’autista del pulmino, hanno fatto uscire tutti in strada. Anche la mamma di Mattia, che lo stava aspettando, è corsa fuori: e davanti a sé ha visto l’inferno. Immediata è partita la richiesta di soccorso al 118 che ha inviato sul posto in brevissimo tempo l’elisoccorso e un’ambulanza.
Le condizioni del bambino erano però apparse da subito molto serie: Mattia aveva riportato gravissimi traumi alla testa e all’addome. I medici hanno fatto tutto il possibile, hanno lottato fino a che è rimasto acceso un lumicino di speranza, ma nel primo pomeriggio di ieri si sono dovuti arrendere, dichiarando la morte cerebrale del piccolo.
«Pochi passi e sarebbe ancora vivo». Continuano a ripeterlo gli abitanti di questa piccola comunità ancora sconvolta dall’accaduto. Non si capacitano. Mattia viveva con mamma Vivienne, papà Giuseppe, e il fratellino di 12 anni, esattamente di fronte alla fermata del bus; quegli otto metri che percorreva ogni giorno con lo zaino in spalla non hanno mai preoccupato nessuno perché in quella strada — come spiegano i residenti — in un’ora passeranno due o tre macchine, al massimo. Una tragica fatalità ha voluto che giovedì andasse diversamente. Il sindaco di San Genesio, Cristiano Migliavacca, è rimasto sempre nel reparto di Rianimazione accanto ai genitori di Mattia. Ha atteso per ore, speranzoso, che arrivassero notizie positive dalla sala operatoria, ma così non è stato.
«Tutta la comunità è stata colpita duramente da questo tragico incidente — ha detto in preda all’angoscia —. Mio figlio era un suo amico; giocavano sempre insieme in oratorio. Ho indetto il lutto cittadino, il minimo che potessi fare come gesto nei confronti di Vivienne e Giuseppe». Una piccola vita spezzata e due famiglie distrutte dal dolore: quella di Mattia e quella dei loro vicini di casa, i genitori del ventiseienne alla guida dell’auto che lo ha investito, e che ora è disperato e sotto choc. «Non sarà facile nemmeno per lui vivere per sempre con questo peso sulla coscienza — commenta il sindaco di San Genesio —. Andrà di certo sostenuto anche a livello psicologico».
Un bambino buono, Mattia, con una cascata di capelli biondi che incorniciavano il volto angelico su cui si spalancavano due grandi occhi celesti. Il suo animo vivace e giocoso vivrà ancora: i genitori, con un gesto di estremo amore, hanno acconsentito all’espianto degli organi per salvare altre piccole vite.