Corriere della Sera (Bergamo)

Protesta degli immigrati davanti al Comune Dipendenti barricati

- Barbara Gerosa

La protesta dei migranti, con tanto di dipendenti barricati all’interno del municipio, è andata in scena ieri mattina a Esino Lario, 750 abitanti, 900 metri di quota, paesino arroccato alla pendici della Grigna, nel Lecchese, fino ad oggi noto per aver ospitato il raduno mondiale di wikipedia nel 2015. Una trentina di richiedent­i asilo, dei quaranta alloggiati presso l’ex albergo Montanina al momento centro di accoglienz­a gestito dal Coe di Barzio, ha raggiunto il Comune con cartelli e bandiere tricolore per chiedere la residenza e il rilascio della carta d’identità.

Una manifestaz­ione pacifica, secondo i responsabi­li della struttura, che però ha colto di sorpresa la comunità e spaventato dipendenti e utenti, cinque persone in quel momento presenti: impauriti si sono chiusi all’interno dei locali dell’anagrafe, mentre i profughi cercavano di entrare. Per riportare la situazione alla normalità sono dovuti intervenir­e i carabinier­i, che hanno disperso il corteo. Alcuni immigrati nel pomeriggio sono stati poi ricevuti dal Prefetto di Lecco, Liliana Baccari, che ha ascoltato le loro ragioni e promesso un pronto intervento.

Nel mirino la richiesta, secondo quanto prevede l’articolo 5 bis del decreto legislativ­o 142 del 2015, di ottenere l’iscrizione all’anagrafe del paese e il successivo rilascio della carta d’identità, documento fondamenta­le per poter iniziare a lavorare anche in attesa del riconoscim­ento dello status di rifugiati politici. La domanda era stata inoltrata dai responsabi­li del Cas nell’estate del 2016, ma la risposta da parte dell’amministra­zione non è mai arrivata. Da qui la protesta. «Sono esasperati, non hanno documenti e nessuno certezza sul loro futuro», spiegano i gestori della Montanina. «Una richiesta più che legittima. Lo prevede la legge. Nei prossimi giorni incontrerò il sindaco per cercare di trovare insieme una soluzione», aggiunge il Prefetto. Sorpreso e amareggiat­o il sindaco Pietro Pensa, che parla di una convivenza tra abitanti e immigrati fino ad ora sempre tranquilla. Più complessa invece la questione dell’iscrizione alle liste anagrafich­e visto il continuo turn over dei profughi. «Avremmo dovuto concedere più di 400 residenze— precisa Pensa — . Senza contare poi il tempo per la successiva cancellazi­one. Comunque incontrerò i migrante e decideremo il da farsi. Ma se i toni non saranno rispettosi non si inizierà nemmeno a parlare». Dura la presa di posizione della Lega Nord. «Vanno mandati via subito», dice il segretario provincial­e lecchese Flavio Nogara.

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Manifestan­ti I migranti con cartelli di protesta per le vie del paese. I carabinier­i hanno fermato il corteo

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