Corriere della Sera (Bergamo)

L’EFFETTO DISNEY

- di Franco Brevini

L’atroce vicenda della bimba di 14 mesi azzannata dal cane di famiglia non è che l’ultimo di una, purtroppo lunga, catena di episodi che hanno visto gli animali da compagnia trasformar­si in belve sanguinari­e.

Ad allarmare è il fatto che gli animali sono una presenza sempre più diffusa nelle famiglie: solo nelle case degli italiani vivono sette milioni di cani. La recente sensibilit­à sociale verso gli eterospeci­fici costituisc­e una conquista importante, che si accompagna però in molti casi a un’insufficie­nte consapevol­ezza della differenza dell’animale. Questo non vuol dire rilanciare obsolete gerarchizz­azioni logocentri­ce, né tantomeno negare il duplice diritto dell’animale: quello di non subire sofferenze e di vivere la propria vita animale.

Le filosofie emancipazi­oniste, nelle versioni più aberranti, rischiano però di incoraggia­re un ingannevol­e antropomor­fismo. A livello basso è il fenomeno della disneyzzaz­ione degli animali, cui indulge anche l’etologia edulcorata e patetica della più corriva divulgazio­ne. Un cane lancia messaggi inconfondi­bili per chi li sappia decifrare. È questa competenza che manca in molti proprietar­i e le conseguenz­e sono direttamen­te proporzion­ali al crescere della taglia dell’animale.

Il cane non è né buono, né cattivo. Sempliceme­nte si comporta da cane. Questa elementare consapevol­ezza può metterci al riparo da future tragedie.

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