Corriere della Sera (Bergamo)

Bimba azzannata, il padre disperato

Gravissima a 14 mesi per i morsi del suo cane. «Sempre dolce con lei, non capiamo»

- di Maddalena Berbenni

«Un secondo e il cane l’ha azzannata». È disperato Max Maldonado, 38 anni, di Bergamo. Domenica sera il suo cane, un incrocio tra un boxer e un pastore tedesco, ha aggredito la figliolett­a di 14 mesi, ora ricoverata in Terapia intensiva al Papa Giovanni. I medici non sciolgono la prognosi: la piccola è stazionari­a ma resta molto grave. «Il cane stava sempre con lei, non c’erano mai stati problemi», dice l’uomo.

«Se Katherine aveva paura del cane? Mai. Quando la mettevamo nel seggiolone e non le andava di mangiare il pane, allungava qualche pezzettino a Leone. Glielo dava direttamen­te e lui lo afferrava piano, con delicatezz­a, senza morderle le mani». Max Maldonado mima la scena nel corridoio dell’ospedale, alle spalle il girotondo di bambini felici che decora l’ingresso della Terapia intensiva infantile del Papa Giovanni. Unisce pollice e indice, come se ci fosse una briciola da trattenere. Come faceva la sua piccola di soli 14 mesi, che ora potrebbe non farcela perché Leone, domenica sera, all’improvviso, l’ha azzannata ferocement­e. Sulle dita del padre restano i segni della disperata lotta per liberarle la testa dalle fauci dell’animale.

L’aggression­e è avvenuta in un baleno, all’ora di cena, nel loro appartamen­to in via Comin Ventura, a Bergamo. «In casa c’erano alcuni amici — racconta Maldonado, 38 anni, originario di Cochabamba, in Bolivia, in Italia dal 2001, di profession­e montatore di mobili —. Mia moglie stava giocando con la bambina sul divano. Si è alzata per scendere a prendere da mangiare, perché avevamo ordinato cinese. Io ho preso il suo posto». Leone, 6 anni, un incrocio tra un boxer e un pastore tedesco, era accucciato a terra, tranquillo. «Katherine, sta inidella ziando a camminare — prosegue il padre —, faceva avanti e indietro sul divano, tenendosi con la manina sullo schienale. Io giocavo con lei e chiacchier­avo con gli amici. Non so cosa ha fatto scattare il cane, io credo sia stata la gelosia, eravamo tutti concentrat­i sulla bambina. È stato un secondo». L’animale ha azzan- nato la piccola al capo. «Non riuscivamo a togliergli­ela — racconta Maldonado di nuovo mimando i gesti di quegli attimi tremendi —. Un mio amico ha afferrato Leone dall’alto e gli ha dato un pugno, io gli ho infilato la mano in bocca per togliergli la bambina». Mostra la ferita al pollice. «Mia moglie non ha visto nulla. Quando è tornata con la cena noi stavamo partendo con l’ambulanza. Le ho detto di lasciare tutto e di salire». Maria Elena Bonomini, casalinga, nata in Bolivia ma cresciuta a Bergamo, ha posato le buste e si è ritrovata catapultat­a in ospedale. Ora, resta al di là porta che custodisce il reparto e le sue storie. Non vuole lasciare sola la bimba.

Sulle condizioni di Katherine i medici sono prudenti. Ha subito un intervento alla testa e ora è sedata. Per capire se ce la farà, saranno cruciali le prossime ore. Per il momento, resta in prognosi riservata. Quanto a Leone, è stato trasferito al canile. In questi giorni i veterinari dell’Ats ne verificher­anno lo stato di salute per capire, ad esempio, se ha malattie pericolose per l’uomo. Spetterà poi al tribunale decidere se sopprimerl­o o meno. Maldonado, che dovrà rispondere di lesioni colpose, non ne vuole più sapere: «Penso che non si potrà fare altro che abbatterlo. Io non voglio più vederlo — dice con le lacrime agli occhi —, mia figlia viene prima di tutto e ora c’è solo da sperare che si riprenda e pregare Dio per la sua vita». Lo aveva preso da cucciolo. «È sempre stato in casa con me, l’ho cresciuto — spiega ancora l’uomo —. Poi è arrivata mia moglie e si è abituato senza problemi. Poi, la bambina. Non ha mai dato segnali che ci facessero preoccupar­e. Stava sotto la culla e sulla porta della sua camera da letto. Anche il veterinari­o che lo segue si è sorpreso perché non sono cani aggressivi in casa. Gelosia, deve essere stata gelosia».

È sempre stato un cane tranquillo. Lei gli dava il pane dal seggiolone. Penso che sia stato per gelosia, eravamo tutti concentrat­i sulla piccola Max Maldonado padre

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La famiglia Katherine, un anno e due mesi, con il papà e Leone, a maggio

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