«Il mio obiettivo? Tornare bambino»
Bobo Rondelli in concerto alla Salumeria
La copertina dell’ultimo disco di Bobo Rondelli, «Anime storte», ritrae un signore anziano che cammina a capo chino, mentre da sotto la sua giacca spunta un albero. «L’autrice del disegno è una mia nipote, ha creato l’illustrazione partendo da una mia foto», spiega il cantautore. «L’idea era di rappresentare la speranza che la vita possa rifluire sotto altre forme, l’albero potrebbe essere una di queste. Ma volevo anche dare spazio alla vecchiaia: ormai manca poco». Per la cronaca, Rondelli — domani alla Salumeria della Musica — ha 54 anni. «Un’età che mi vivo bene, basta non guardarsi troppo allo specchio», dice con tono scherzoso. «Invecchiare può portare al rimbambimento, ma io sono per l’“imbambimento”: tornare bambini, non prendersela più, essere allegri. Del resto sono di Livorno, città ricca di follia. Ora è decaduta, ma non sarà mai decadente: è intrisa di poesia e ha una sua filosofia di vita basata sull’autoironia e sul cercare sempre di ridere assieme». La conversazione si sposta sul sindaco di Livorno, Filippo Nogarin del Movimento 5 Stelle: è di questi giorni la notizia che è indagato per omicidio colposo plurimo in seguito all’alluvione che lo scorso 10 settembre è costata la vita a 8 persone. «Non è esagerato? E lo penso nonostante non sia politicamente dalla sua parte», commenta . «La verità è che la Terra si sta ribellando, l’abbiamo maltrattata troppo. La ricerca di capri espiatori, specie sotto elezioni, non è accettabile». Poi, tornando all’album «Anime storte»: «Si chiude con “Madre” — brano che parte un po’ Beatles per diventare progressive — perché credo nell’eternità della madre in quanto figura che, quando sei piccolo e la vita ti sembra un mistero, ti prende per mano e ti accompagna nei voli come fosse un aquilone. Io la mia l’ho persa e dopo averle dedicato “Nara F.” sono tornato a omaggiarla». La prima traccia, invece, è «Soli», una critica ai social. «Su Facebook vedo troppo ego e umorismo cinico, il pericolo è il razzismo. Questi mezzi di comunicazione sono così invasivi che rendono difficile ai giovani sognare». Lui un sogno ce l’ha ed è legato all’attività di attore che lo ha già portato su vari set, per esempio sotto la regia di Paolo Virzì. «Sono nella nuova stagione della serie tv “I delitti del BarLume”: mi piace recitare, si guadagna meglio che a fare dischi». Ride, e si lancia in una divertente imitazione di Marcello Mastroianni: «Sono bravo, no?».