Ex Acciaierie, gruppo tedesco in pole
Ars Altmann pronto all’acquisto delle aree all’asta per un centro di stoccaggio delle auto
Oggi è il giorno dell’asta per la vendita di 400 mila metri quadrati delle ex Acciaierie di Cortenuova. La base è di 7 milioni, e un assegno da 700 mila è stato depositato dal gruppo tedesco Ars Altmann, 380 milioni di fatturato e mille dipendenti, che si occupa di trasportare automezzi dalle fabbriche alle concessionarie. In caso di aggiudicazione, il colosso tedesco prevede un investimento di 20 milioni di euro oltre l’acquisto, per realizzare entro il 2020 un centro di stoccaggio dei mezzi. All’asta parteciperà anche la Bcc Oglio e Serio, che ha in pancia l’immobile come crediti deteriorati dal fallimento della Lamera di Martinengo.
Su un piatto di 400 mila metri quadrati, l’area delle ex Acciaierie di Cortenuova, tanto vasta quanto desolata dopo diverse peripezie industriali e fallimentari, hanno messo un assegno pari al 10% (di legge) dei 7 milioni di euro. L’importo base dell’asta giudiziaria che si terrà oggi pomeriggio. Quei 700 mila euro contenuti nella busta consegnata, settimane fa, al notaio Francesco Mannarella di Bergamo testimoniano, in modo concreto e sonante, l’interesse che Ars Altmann, uno dei maggiori operatori della logistica del «veicolo finito» in Europa, ha per questa area industriale.
E industriale, e già ben definito, è il piano con cui l’operatore tedesco che conta su numeri da capogiro — fatturato da 380 milioni, oltre mille dipendenti, flotta da 600 camion e 3 mila vagoni con 20 centri logistici in 5 Paesi (14 solo in Germania) — intende rafforzarsi, non solo in Italia ma in Bergamasca, dove è già presente in joint con S.t.a Trasporti di Telgate (che è controllata da Ars Altmann). Asta permettendo, s’intende, ma il progetto e l’investimento che il colosso tedesco ha in canna con S.t.a, di cui è amministratore delegato Vittorio Toccagni, prevede un investimento di circa 20 milioni di euro, oltre l’acquisto, e il termine del 2020 per l’operatività.
In caso di aggiudicazione, tempo tre anni, si compirebbe la trasformazione dell’area: da landa desolata, ma strategica da un punto di vista logistico per essere baricentrica in tutto il Nord Italia e sulle direttrici dei nevralgici nodi viari e ferroviari, a terminal terrestre del trasporto intermodale. In sostanza, con questo tipo di attività, l’area in questione ospiterebbe un
Il piano Il centro con piazzali e capannoni per i mezzi potrebbe essere operativo dal 2020
centro di stoccaggio dei mezzi, auto e veicoli in generale che, con bisarche e treni, vengono convogliati dalle case automobilistiche europee per essere poi distribuiti nei vari concessionari. Esattamente come avviene già nei due terminal terrestri che Ars Altmann ha in Lombardia: uno a Piadena, in provincia di Cremona, su 240 mila metri quadrati e l’altro a Lonato, in provincia di Brescia su 145 mila metri quadrati. Aree con dimensioni importanti e numeri altrettanto imponenti: a Piadena la capacità complessiva è di 300 mila autovetture con un’area di ricovero per circa 10 mila unità, a Lonato invece la capacità annua è di 200 mila mezzi con stoccaggio per 7 mila tra aree all’aperto e quelle coperte.
Un insediamento, quello con cui verrebbero riconvertite le aree delle ex Acciaierie, che non è di tipo industriale in senso produttivo, ma infrastrutturale con un impatto ambientale ridotto. Niente fumi o ciminiere, ma capannoni e grandi piazzali en plein air dove poter mettere i mezzi in consegna. Questo è l’elemento ambientale che si innesterebbe su quello occupazionale. S.t.a può contare già su un organico di oltre 90 dipendenti e una flotta di 90 camion, ma a Telgate sta stretta. L’alleanza con Ars Altmann ha fatto spingere l’acceleratore anche alla società bergamasca che vede in quell’area un crocevia fondamentale per un ulteriore sviluppo. Anche e soprattutto dal punto di vista occupazionale. L’equazione è semplice: più spazi, più lavoro e più addetti.
Tutto dipenderà dall’asta odierna, cui aveva preannunciato la sua partecipazione anche la Bcc Oglio e Serio, che ha in pancia l’immobile come non performing loans (crediti deteriorati) dal fallimento dell’impresa Lamera di Martinengo. La banca, che nel frattempo è stata espulsa dal Comitato Creditori, si era aggiudicata lo scorso ottobre un primo lotto di 47 mila metri quadrati che Ars Altmann e S.t.a sono pure disposti a ricomprare per completare il progetto di insediamento. Tutto sta nel capire, quale interesse avrebbe un istituto di credito nel portarsi a casa un terreno su cui ci sono già progetti chiari e occupazione certa. Forse equilibri di bilancio? Il trend degli ultimi anni è che le banche fanno raccolte e impieghi di denaro, gli imprenditori fanno e danno lavoro.