L’autostrada della logistica
Crescono le aziende di logistica lungo il tracciato e i Tir che la percorrono.
In attesa di conoscere il destino delle aree dell’ex Acciaierie di Cortenuova, crescono di giorno in giorno le imprese, in particolare quelle di logistica, che scelgono di posizionarsi lungo la Brebemi. Poco dopo l’inaugurazione c’era stata la provocatoria partita di calcio sulle carreggiate dell’autostrada, ma oggi l’A35 attrae sempre più traffico, soprattutto mezzi pesanti. Con l’apertura prima della Teem verso Milano, poi con la realizzazione del sistema di tangenzialine nord-sud e infine con l’inaugurazione a novembre dell’interconnessione verso Brescia, l’autostrada che taglia in due la Bassa è diventata il collegamento veloce tra grandi aree industriali della Lombardia. Un raccordo che, anche per il costo, dei pedaggi attira un’utenza professionale. Non a caso sono i mezzi pesanti ad avere i tassi di crescita più alti sull’A35.
«Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso — spiega il presidente di Brebemi Francesco Bettoni — registriamo una aumento del 20%. Ora che l’infrastruttura è completa dimostra il suo potenziale e grandi gruppi se ne sono già accorti, ma siamo solo all’inizio». «Brebemi ha creato un asse veloce est-ovest molto importante — chiarisce Doriano Bendotti, presidente Fai, associazione autostrasportatori —. Non è un caso che attiri le logistiche. Il costo dell’autostrada è superiore a quello dell’A4 ma permette di risparmiare tempo ed evitare traffico. Se imprese medio piccole e con pochi camion, che fanno sempre gli stessi viaggi, possono trovare l’A35 costosa, per i camionisti che vengono dall’Est e hanno lunghe percorrenze invece è conveniente, perché ragionano in termini di tempo. Discorso diverso va fatto per le piattaforme logistiche, che hanno più fonti di guadagno nella gestione delle merci e non solo il trasporto, e quindi sopportano meglio il costo puntando sulla velocità di interconnessione». La pensa così, sicuramente, Amazon, che dieci giorni fa ha ufficializzato il polo logistico in costruzione a Casirate, nell’ex area Eni. Un investimento da 70 milioni di euro su un’area di 140 mila metri quadri con capannoni per 34 mila. Decisiva nella scelta la tangenziale, in fase di ultimazione, che porterà diritti al casello Brebemi di Treviglio. Il vero pioniere dell’A35 però è l’Italtrans, che sin dal 2006 scelse di insediarsi a Calcio vi- cino al futuro casello. L’insediamento, con un lotto già aperto nel 2016, punta su un’area di 345 mila metri quadrati complessivi. E rispetto alle previsioni di realizzare il progetto a lotti, Italtrans ha accelerato i tempi. Tra questi due poli, Casirate e Calcio, agli estremi della Bassa Bergamasca, intanto è caccia all’aree. Grossi gruppi immobiliari e procuratori contattano i sindaci a ritmo serrato. A Caravaggio sono a un passo dalla chiusura le trattative nella nuova zona industriale di via Panizzardo: 440 mila metri quadri già in parte urbanizzati, di cui 200 mila dovrebbero andare a un centro di rifornimento di un gruppo di discount, e altri 40mila essere utilizzati per l’insediamento di un supermercato.
Un effetto Brebemi che lungo l’asse bresciano era già scoppiato in pieno con il nuovo stabilimento delle Rubinetterie Bresciane a Gussago e un maxi centro logistico Esselunga da 900 mila metri quadri per 51 milioni di euro previsto a Ospitaletto. Ultimo arrivo a Chiari, la Santini Metalli di Costa Volpino, che sta recuperando le ex Cantine Soldo. E nel Cremasco la Chromavis, azienda di cosmetica da 160 milioni di euro di fatturato, realizzerà la sua nuova sede su un’area di 100 mila metri quadri, a Offanengo.
«Il traino dell’A35 però spinge tutto il mercato immobiliare — assicura Marco Anzini, team manager Tecnocasa per il Nord —Est —. Già a inizio 2017 abbiamo registrato una ripresa del mercato intorno all’asse della Brebemi, confermata anche nell’ultimo semestre. I numeri sono in crescita, senza sbalzi ma salgono. Ieri a Treviglio sono stati venduti tre capannoni a valori al metro quadro tra i 700 e gli 800 euro. Sono cifre che non si vedevano da anni. Prima della crisi il prezzo arrivava anche sopra i 1000 ma negli anni più bui era sceso sino a 300 euro». Una situazione in forte evoluzione di cui si cercherà di tracciare un quadro nel convegno in programma a Treviglio il 26 gennaio, all’auditorium della Cassa rurale, all’interno dell’iniziativa «Pianura futura» promossa dalla Provincia e dai comuni della Bassa.
L’immobiliarista «C’è una ripresa. I prezzi dei capannoni tornati a livelli che non si vedevano da anni»