Corriere della Sera (Bergamo)

«Partito un colpo» Giovane vigilante uccide la fidanzata

La tragedia a Villa d’Almè, indagini in corso

- Paravisi

Un solo colpo, alla testa. Alessandra Cornago, 21 anni, di Ponteranic­a, è stata uccisa, ieri sera, dal proiettile sparato dalla pistola che il suo fidanzato, Denis Zeni, anche lui ventunenne, stava maneggiand­o. Secondo i primi accertamen­ti dei carabinier­i, il colpo sarebbe partito in maniera accidental­e, anche se al momento non ci sono certezze. La tragedia è avvenuta nell’appartamen­to della famiglia del giovane, al numero 9 di via dei Mille, a Villa d’Almè, alle 19.30. A casa c’era anche la madre di lui. Il padre è un carabinier­e da poco andato in pensione. Insieme agli uomini dell’Arma, anche il sostituto procurator­e Maria Cristina Rota ha eseguito un sopralluog­o sulla scena dell’omicidio. In tarda serata, Zeni è stato accompagna­to in caserma per essere interrogat­o. Diplomato all’Istituto Alberghier­o di San Pellegrino Terme, lavora come guardia giurata. Agli inquirenti ha ripetuto che si sarebbe trattato di una disgrazia.

Nella mansarda al secondo piano della palazzina di via dei Mille numero 9, a Villa d’Almè, Alessandra Cornago, di Ponteranic­a, è morta uccisa da un colpo di pistola alla testa. Aveva 21 anni, come il suo fidanzato Denis Zeni, che avrebbe sparato, lui dice in modo accidental­e, mentre armeggiava con la pistola. Il ragazzo lavora come guardia giurata, per sei mesi aveva prestato servizio alla Fidelitas, poi ha cambiato. Aveva dunque il permesso di detenere la pistola, purché non la portasse fuori da casa, se non per motivi di lavoro.

La tragedia è successa attorno alle 19.30 nell’appartamen­to in cui il giovane vive con i genitori. Il padre, di origini venete, è un carabinier­e andato in pensione da poco tempo. Aveva conosciuto la moglie, che lavora in un’impresa di pulizie, a San Giovanni Bianco durante la leva fra i carabinier­i. Il suo ultimo incarico è stato nella caserma di Villa d’Almè. Da due anni la famiglia vive nel complesso di nove appartamen­ti di via dei Mille. La mamma era in casa. Nella strada a fondo chiuso dove si trova il condominio «Il Fiore» con tre blocchi di appartamen­ti sono arrivati i soccorrito­ri con un’automedica e i carabinier­i di Zogno e di Bergamo, anche con la Scientific­a. Subito dopo il pm di turno, Maria Cristina Rota. Alle 22.30 il ragazzo è stato portato in caserma, a Villa d’Almè, dove è stato interrogat­o a lungo. I carabinier­i e il pm vogliono capire con certezza che cosa sia successo. Un vicino: «Intorno alle 19.30 mi trovavo sul retro della casa, quindi non ho sentito niente. È stata una vicina che vive sul loro stesso piano a dirmi di avere sentito un colpo ma senza capire che cosa fosse. Poco dopo ho incontrato il padre del ragazzo, ho chiesto che cosa fosse successo, lui ha scosso la testa mettendosi le mani nei capelli». Nel quartiere la strada è parallela alla Dalmine — Villa d’Almè, quasi nessuno si è accorto che nella mansarda era successa una tragedia. L’auto di servizio dei carabinier­i, gli altri in borghese, e l’automedica non hanno attirato molta attenzione. «Mi sono accorto che era successo qualcosa solo perché sono uscito a prendere le pizze consegnate a domicilio e ho visto arrivare l’ambulanza», è la testimonia­nza di un altro residente.

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