«Arte, difficile la strada delle donazioni da privati»
Il forum alla Carrara moderato da Giannino. Il caso virtuoso del restauro del Donizetti
A pochi giorni dall’apertura della mostra «Raffaello e l’eco del mito» (attesa per sabato), si è svolto un incontro con le aziende e gli enti che hanno finanziato l’iniziativa, moderato dal giornalista Oscar Giannino. Oggetto del confronto, la sinergia necessaria a tutelare e valorizzare le opere d’arte, attraverso nuove forme di mecenatismo. Numerose sono infatti le realtà che hanno contribuito alla mostra, come la Fondazione Credito Bergamasco, Fondazione Emilio Lombardini, Sacbo, Fondazione Mia, Innowatio e Rulmeca. L’obiettivo, raggiunto, era far arrivare prestiti prestigiosi da musei come il Louvre di Parigi, il Metropolitan di New York, l’Ermitage di San Pietroburgo, lo Staatliche di Berlino, la National Gallery di Londra, gli Uffizi di Firenze, l’Isabella Stewart Gardner di Boston, il Museo statale delle belle arti di Mosca.
Nell’arte «c’è bisogno degli investimenti dei privati — dice Giannino —. Basta dare qualche dato. Dal 2000 al 2016 il bilancio del Ministero dei Beni culturali è sceso da 2 miliardi e 800 mila a 1 miliardo e 600 mila. Ma il problema vero è che le imprese che vogliono fare cultura non trovano una strada facile». L’Art Bonus, introdotto dal ministro Franceschini, permette una detrazione del 65% su chi finanzia la cultura, «ma non è una procedura semplice da ottenere, e si tratta di finanziamento e non sponsorizzazione — dice Giannino —, dunque non c’è un ritorno dell’azienda dal punto di vista del nome».
Sull’Accademia Carrara in particolare, il coresponsabile operativo della Fondazione Carrara Gianpietro Bonaldi dà delle proporzioni: «In generale, se la pinacoteca riceve 1 milione di euro di donazioni, solo 10 mila riescono ad aderire ad Art Bonus, perché queste donazioni sono possibili solo in caso di restauri». A proposito dell’Art Bonus, l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti ricorda alcuni casi virtuosi, come il restauro del teatro Donizetti nel 2015, che ha raccolto 3 milioni e 300 mila euro in un anno.
Sui finanziamenti ricevuti finora per «rendere internazionale» la mostra di Raffaello, Bonaldi non si sbilancia: «Abbiamo raccolto alte cifre e la ricerca è ancora in corso: enti privati che lo desiderano potranno contribuire fino al 6 maggio, data di chiusura della mostra, quando comunicheremo la cifra».