Quel bocconiano di Svampa
L’ateneo ospita la serata-concerto «Dai Corvi ai Gufi» in ricordo dello chansonnier
Che Nanni Svampa fosse un bocconiano sono in pochi a saperlo. E ancora meno, probabilmente, sono quelli che sanno (o ricordano) che il suo esordio da artista avvenne proprio grazie all’Università, in uno spettacolo organizzato dagli studenti. Lo ricorda invece bene l’imprenditore Alessandro Gerli che, in calzamaglia nera, salì con lui sul palco. «Era una rivista, l’avevamo chiamata “I soliti Idioti”— racconta — debuttammo al Teatro delle Erbe nel ‘59. Battute divertenti che prendevano spunto dalla vita accademica, scenografie curatissime, musica: insomma, un trionfo per dei dilettanti. E ci fu pure una replica».
Domani sera l’Università Bocconi ricorda il cabarettista con la serata-spettacolo «Dai Corvi ai Gufi: Nanna Svampa. Note, parole e immagini in ricordo di un amico bocconiano», a cui partecipano il maestro Enrico Intra e il «Gufo» Roberto Brivio, il chitarrista Luca Maciachini e in veste di narratore Maurizio Franco (ore 21, Aula Magna, via Gobbi 5, ingresso libero). Sarà proprio Gerli a rubargli all’inizio la parola per raccontare quei primi passi del musicista, che dopo il debutto universitario tornò subito in scena, al Piccolo Teatro, insieme a Italo Faraoni e Massimo Masla (i Corvi), con un adattamento della rivista per un pubblico più ampio (dal titolo: «Pigliateli con le pinze e martellateli»). La musica sarà il filo conduttore dei ricordi. «Non ho ancora pensato cosa suonerò al piano», confessa Intra, «credo che alternerò sue famose hit con una o due canzoni di Georges Brassens, che Nanni aveva tradotto e reso inconfondibili. E ricorderò i mitici anni del Derby, locale di rottura, all’epoca in città esistevano solo i night club». A ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera penserà anche il «collega» storico Roberto Brivio, saranno proiettate immagini e alla fine il rettore Gianmario Verona consegnerà a Dina Svampa una copia di tesi e libretto universitario del marito. Che si laureò nel 1962 in Economia e Commercio con una tesi su «La tutela giuridica del lavoratore all’estero».