L’USURA E I RITARDI
Tra il giunto di una rotaia che di colpo si stacca e un treno che dopo esserci passato sopra esce dai binari, viene spontaneo stabilire un nesso di causa ed effetto. Ma chi capisce di treni invita alla calma. La materia è complessa e prima di esprimere giudizi sul disastro di ieri dovranno passare mesi. C’è però un aspetto che, se chiarito, potrebbe avvicinarci alla verità. Il pezzo di rotaia che ha ceduto doveva essere cambiato e l’elemento con cui sostituirlo era già pronto. Era steso sulla massicciata in attesa che gli addetti alla manutenzione passassero a installarlo. La domanda è: per che data era stato fissato l’intervento? Doveva essere fatto la notte tra ieri e oggi? Oppure nei giorni precedenti? Lo vorremmo sapere perché pur in presenza di materiale resistente come l’acciaio, anche pochi giorni possono fare la differenza. L’incidente è avvenuto in uno dei principali snodi ferroviari della Penisola. Ogni giorno ci passano 500 treni e l’usura del materiale è tale che i giunti come quello che ha ceduto devono essere sostituiti ogni 30 giorni. Ritardare di soli tre giorni significa caricare un elemento del 10 per cento oltre i suoi limiti di tenuta. E non parliamo di noccioline ma di 1.500 treni, per un peso approssimativo di 225 mila tonnellate, come una superpetroliera. Vedremo come andrà a finire. E se mai dovesse emergere un ritardo nella sostituzione del giunto dovremmo dirci che nella vertigine dell’alta tecnologia e dell’alta velocità, qualcuno s’è dimenticato di tenere i piedi per terra e di un vecchio problema che si chiama manutenzione.