Corriere della Sera (Bergamo)

L’USURA E I RITARDI

- di Beppe Fumagalli

Tra il giunto di una rotaia che di colpo si stacca e un treno che dopo esserci passato sopra esce dai binari, viene spontaneo stabilire un nesso di causa ed effetto. Ma chi capisce di treni invita alla calma. La materia è complessa e prima di esprimere giudizi sul disastro di ieri dovranno passare mesi. C’è però un aspetto che, se chiarito, potrebbe avvicinarc­i alla verità. Il pezzo di rotaia che ha ceduto doveva essere cambiato e l’elemento con cui sostituirl­o era già pronto. Era steso sulla massicciat­a in attesa che gli addetti alla manutenzio­ne passassero a installarl­o. La domanda è: per che data era stato fissato l’intervento? Doveva essere fatto la notte tra ieri e oggi? Oppure nei giorni precedenti? Lo vorremmo sapere perché pur in presenza di materiale resistente come l’acciaio, anche pochi giorni possono fare la differenza. L’incidente è avvenuto in uno dei principali snodi ferroviari della Penisola. Ogni giorno ci passano 500 treni e l’usura del materiale è tale che i giunti come quello che ha ceduto devono essere sostituiti ogni 30 giorni. Ritardare di soli tre giorni significa caricare un elemento del 10 per cento oltre i suoi limiti di tenuta. E non parliamo di noccioline ma di 1.500 treni, per un peso approssima­tivo di 225 mila tonnellate, come una superpetro­liera. Vedremo come andrà a finire. E se mai dovesse emergere un ritardo nella sostituzio­ne del giunto dovremmo dirci che nella vertigine dell’alta tecnologia e dell’alta velocità, qualcuno s’è dimenticat­o di tenere i piedi per terra e di un vecchio problema che si chiama manutenzio­ne.

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