Corriere della Sera (Bergamo)

Cerca la fuga? Chiudete quella porta

- di Cristiano Gatti

Qualcuno chiuda la porta. L’ha lasciata aperta Gasperini, meglio dire socchiusa, comunque uno spazio sufficient­e per gli spifferi. Se sia anche una via di fuga, preparata per tempo in vista di un’uscita a fine stagione, lo comprender­emo fra pochi mesi. In ogni caso, magari è ancora possibile sbarrarla. Basta parlargli, parlarsi, parlarci. È un momento cruciale: tra il Gasp e il suo datore di lavoro non è mai passata tanta tensione. All’allenatore, Bergamo sta già stretta.

Nei suoi piani, c’era quest’estate l’aggiunta di qualche giocatore pronto (uno di questi, Palacio) e la scalata di altre posizioni. Come risposta, si è trovato una comitiva di stranieri spaesati, per lingua, cultura, abitudini. La linea di Sartori — scommetter­e sugli sconosciut­i per favolose plusvalenz­e — contro la linea del Gasp (Zingonia centro di gravità). Tra l’altro, questa del Gasp non è un’idea solo sua: era anche quella di Percassi. E pure la mia, benché conti zero: se l’Atalanta concede un piacere particolar­e, è proprio pescare nel vivaio e spadellare campioni, dopo il giusto tempo di cottura. Evidenteme­nte, il Gasp non sopporta che questa filosofia si sia persa per strada, a favore dell’affarismo di Sartori (della serie Zingonia o Patagonia, basta che rendano).

Il risultato del testacoda è apparecchi­ato: Gasp inacidito, società accigliata. Mai così lontani. Ma anche se Gasperini fa volare gli stracci per prepararsi la scusa buona, quello che dice resta vero. L’Atalanta non è più il miracolo di Zingonia. L’Atalanta è Schmidt, Gosens, Haas. Un po’ ostrogota, diciamolo. Meno identitari­a. Che i malintesi esplodano proprio adesso non è il massimo. Ma non è facendo finta di niente, con un bel sorriso a favore di selfie, che si supera. Meglio guardarsi negli occhi. Bisogna verificare se c’è ancora margine. Ne vale la pena.

Dati alla mano, questo è il migliore tecnico della storia centenaria atalantina. Già che ci sono, gli giro quest’ultimo riconoscim­ento come augurio di buon sessanta. Non serve altro. Caro Gasp, è il nostro special one. Certo l’Atalanta è andata avanti e andrebbe avanti anche senza di lei. Ma non è stata e non sarebbe la stessa Atalanta. Faccia il piacere, festeggi qui i 61.

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