Corriere della Sera (Bergamo)

Le storie portate alla luce dalla tragedia

- di Beppe Fumagalli

Serviva una tragedia a ricordare a tutti che sui treni viaggiano persone con storie quasi sempre belle e quasi mai banali. Persone che nessuno nota, perché non fanno rumore, e che qualsiasi cosa accada niente potrà mai fermare.

Ci voleva un evento che interrompe­sse la monotona regolarità dell’andare e venire, che di colpo spezzasse l’oscillazio­ne del pendolo. Ci voleva un treno deragliato. Una carrozza schiacciat­a. Il sangue di tre morti. Le urla di cento feriti. Le lacrime di migliaia di donne e uomini, colpiti dalla tragedia. Adesso davanti al disastro è come se tutti si fossero accorti che sui treni non viaggiano automi. Si scava nella vita delle persone che non ci sono più o in quelle che per pura fatalità ce l’hanno fatta. E si scopre che in ciascuna di quelle vite era o è custodita una storia. Sono vicende umane belle quasi sempre, banali quasi mai, tutte diverse, ed è come se tutte portassero sempre in uno stesso punto. È un po’ quel che capita ai bimbi quando fanno le buche in spiaggia. Una palettata dopo l’altra la sabbia si fa sempre più umida e scura, finché alla fine sul fondo non si vede affiorare

l’acqua. E quell’acqua uguale per tutti altro non è che il mare. Ascoltate in sequenza le storie del treno 10452 portano tutte a un unico grande mare. A una realtà sconosciut­a, troppo spesso ignorata, regno di un’umanità silenziosa. Persone che nessuno nota, perché sono abituate a non far rumore. S’alzano quando gli altri dormono, escono di casa col buio e all’alba, sono già in viaggio per arrivare in orario all’apertura di uffici, fabbriche, ospedali, per essere puntuali all’inizio delle lezioni, liceo o università. Non inquinano, non strombazza­no, stipati come sardine, parlano, fanno amicizia, leggono, s’informano. Può succedere di tutto, contrattem­pi o disastri, ma nulla mai li potrà fermare.

Ascoltate in sequenza le storie del treno 10452 portano a un unico grande mare. A una realtà sconosciut­a, spesso ignorata, regno di un’umanità silenziosa

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