«Via il gazebo di Grande Nord» È polemica tra Lega e scissionisti
Monza, la denuncia degli ex del Carroccio: impedita la raccolta firme
Polemica «fratricida» MONZA fra Grande Nord e Lega per la raccolta firme in vista delle elezioni regionali. La scintilla che ha innescato la miccia fra il movimento autonomista fondato dall’ex capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, che raccoglie molti ex leghisti, e il Carroccio è scattata ieri mattina al mercato cittadino di Monza. Alle 8.30 un gruppo di militanti di Grande Nord ha allestito un banchetto di raccolta firme per l’ultimo round in vista della tornata elettorale del 4 marzo. Un’ora dopo, una pattuglia della polizia locale è intervenuta e ha fatto sgomberare il gazebo.
«Ci impediscono di raccogliere le firme — denuncia Matteo Brambilla, militante di Monza —. I vigili che rispondono all’assessore leghista ci hanno costretto a sgomberare, sostenendo di non aver ricevuto la richiesta di occupazione del suolo pubblico, nonostante avessimo esibito loro la prova dell’avvenuto invio della richiesta di autorizzazione via posta elettronica certificata. Ci è stato impedito di tenere un tavolino da meno di un metro quadrato». L’intervento dei vigili i ha provocato la reazione anche di Monica Rizzi, coordinatrice delle elezioni di Grande Nord. «La legge che fissa i tempi per la raccolte firme è anticostituzionale — afferma —, sono troppo ristretti e se poi a questo si aggiunge anche un'amministrazione che ci impiega più giorni per rilasciare il nulla osta, i movimenti come il nostro finiscono per essere penalizzati. In altri Comuni, vista la situazione, è stato chiuso un occhio ed è stato sufficiente esibire la richiesta inviata per posta certificata per poter raccogliere le firme in santa pace».
Un episodio analogo a quello di Monza si è verificato a Varese lo scorso 16 gennaio. Anche in quel caso i militanti, che avevano inoltrato la richiesta via Pec al Comune senza però ricevere risposta, erano comunque scesi in strada sperando di far valere il principio del silenzio-assenso. Il risultato però non è stato quello sperato: nel giro di poco, anche lì, sono intervenuti i vigili che li hanno fatti sloggiare.
L’assessore leghista alla Sicurezza e alla Polizia locale, Federico Arena, chiamato in causa dai militanti di Grande Nord, però non ci sta a fare la parte di quello che mette il bastone fra le ruote agli avversari politici. «Tutti i movimenti hanno il medesimo diritto di presentarsi alle elezioni — commenta —. Personalmente non sapevo nulla di questa vicenda, ma mi sembra evidente che se ci sono delle regole vanno rispettate. Da parte mia non c’è nessun tipo di ostruzionismo nei confronti di Grande Nord. Alla fine saranno gli elettori a decidere».
Improntata al rispetto delle regole è anche la replica di Emanuele Pellegrini, segretario provinciale della Lega. «Se non c’è l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico — sottolinea —, è giusto che un banchetto venga fatto sgomberare. Le regole ci sono e valgono per tutti. La sensazione è che Grande Nord cerchi solo un po’ di visibilità facendo polemica con la Lega. Da parte nostra non c’è nessun intento antidemocratico. Siamo forti del nostro consenso sul territorio e andiamo avanti per la nostra strada».