Corriere della Sera (Bergamo)

Raccolta fondi per salvare i resti dell’antica cattedrale

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Per salvare l’unico reperto rimasto dell’antica cattedrale di Lodi hanno chiesto aiuto a Silvio Berlusconi. Il quale ha già ricevuto la richiesta di contributo e «l’ha letta e vagliata anche se per ora non si è pronunciat­o», racconta Laura Curti, presidente­ssa dell’associazio­ne culturale «I Ricci» che si occupa di promuovere i tesori archeologi­ci e architetto­nici dell’antica Laus. Berlusconi è solo uno dei potenziali mecenati che l’associazio­ne sta contattand­o per salvare la colonna absidale (foto) di Santa Maria Dei Genetrix. Dell’antica cattedrale della Lodi romana — l’area scavi si trova a Lodi Vecchio — restano solo le fondazioni e l’imponente colonna absidale, aggrappata a un cascinale abbandonat­o e a forte rischio di sgretolame­nto. Una testimonia­nza diroccata di una basilica che, realizzata nel V secolo dopo Cristo (ma la colonna risale alla prima ricostruzi­one, in epoca successiva) sopra un tempio pagano dove, secondo la tradizione, furono martirizza­ti quasi 1.500 cristiani, riuscì a resistere fino al 1879: l’allora proprietar­io della cascina aveva bisogno di un pascolo in più e la minò con la dinamite. Associazio­ne e Comune dopo aver battuto diverse strade, tra cui chiedere aiuto ad aziende locali come Zucchetti, Fondazione Banca Popolare di Lodi ed Erbolario, ora ci provano con il crowdfundi­ng attraverso il progetto Art Bonus del ministero dei Beni Culturali che promette di restituire entro tre anni ai donatori il 65% di quanto versato. A patto che si raggiunga l’obiettivo, che nel caso di Santa Maria Dei Genetrix equivale a 120 mila euro. «Finora sono stati raccolti 3.630 euro», informa l’architetto Curti. «Basterebbe raggiunger­e anche una somma inferiore per iniziare a mettere in sicurezza la colonna — spiega l’assessore alla Cultura di Lodi Vecchio Daniele Fabiano —, poi per il resto si può procedere per gradi». Nel frattempo l’antica cattedrale di Laus per ora si può ammirare solo grazie a un modellino in scala conservato nel museo archeologi­co di Laus Pompeia, in attesa che i curatori — l’associazio­ne Civitas Laus — la ricostruis­cano anche in 3D.

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