Politiche, la partita dei collegi
Gelmini (Forza Italia): impegno per vincere in città. Il Pd: non siamo battuti in partenza
Sabato di campagna elettorale, Forza Italia lancia i suoi nomi in un evento con il candidato governatore Attilio Fontana. Maria Stella Gelmini invita a non abbassare la guardia, soprattutto in città: «Aiutiamo Stefano Benigni a vincere il collegio». Il Pd bergamasco presenta i suoi nomi sulle Mura e prova a superare il pessimismo da sondaggi: «Nessuna partita è già decisa». E il ministro Maurizio Martina punta sulla squadra: «Il meglio del nostro partito, andiamo a testa alta sul territorio».
Non facciamoci schiacciare da alleati e avversari: abbiamo gli stessi amministratori della Lega. Dobbiamo tirare fuori dalle case i moderati Paolo Franco Capolista Regionali Guardo il telegiornale e lo stomaco mi si strizza di fronte alle brutte facce di chi ha distrutto l’Italia: è ora di far tornare il buon governo Alessandra Gallone Candidata Senato Il programma Fontana promette: «È in via di elaborazione insieme agli alleati, ci sono idee bellissime»
«Bandiera?». Due steward agli ingressi sono pronti a rifornire chi arriva alla manifestazione di Forza Italia privo di tricolori sventolabili. Alla fine ne saranno accettate dieci e se ne vedrà sventolare una, ma c’era comunque un clima di mezza festa all’apertura ufficiale della campagna elettorale forzista.
I sondaggi sono favorevoli, il partito pare risorto e in platea si rivedono facce che sembravano eclissate da tempo. Dieci sindaci o amministratori in campo per le Regionali, tre candidati per la Camera e una per il Senato più candidati di altri collegi arrivati a riempire il palco e l’aspirante presidente di Regione Attilio Fontana a chiudere, tutti a palesare grande sicurezza sulla vittoria. O quasi. Una crepa viene aperta dalla coordinatrice regionale del partito Mariastella Gelmini parlando dei candidati alle Politiche: «Non sono preoccupata per Alessandro Sorte o per Alessandra Gallone, ma Stefano Benigni lo dobbiamo sostenere tutti. Lui ha la partita più dura. Chiedo a tutti i sindaci di fare battaglia per Sorte e Gallone ma la battaglia vera e più difficile è nella città di Bergamo, che noi dobbiamo portare a casa per dare un segnale alle Politiche. Voglio vedere un gazebo in ogni via». Benigni fa una faccia un po’ così, anche se ringrazia per avere «strappato per la prima volta agli alleati il collegio della città. È un onore: era di un grande come Mirko Tremaglia». Un tipo diverso dal «primo contaballe Renzi».
In realtà sono state le Regionali a dominare la scena. Se non altro perché grande spazio è stato dedicato all’autopresentazione dei dieci candidati per la Lombardia. Dal capolista Paolo Franco che ricorda come «non bisogna farsi schiacciare da avversari e alleati, perché in provincia abbiamo 500 amministratori, tanti quanti la Lega. Dobbiamo tirare fuori dalle case la gente del popolo moderato».
Beatrice Bolandrini rinnega la famosa frase di Giulio Tremonti: «Sono fra i pochi a credere che con la cultura si mangi e voglio impegnarmi in questo campo». Jonathan Lobati invoca «sicurezza, viabilità e fiducia ai giovani», Nadia Poli vuole lottare contro «il traffico da Lovere all’autostrada»; Diego Bertocchi rappresenta «la gente semplice che a testa bassa pedala e lavora»; Alessandra Ghilardi è «spaventata dall’idea della Lombardia governata come Bergamo». Poi: Paolo Dolci invoca «meno Stato», Sara Riva chiede di «poter continuare a fare», Maurizio Colombo inviata a «controllare gli eletti», Lella Carpino vuole rappresentare «la gente per bene che lavora e ha a cuore il Paese».
Poi la politica nazionale, con Gregorio Fontana che racconta di giornate massacranti «murato vivo a lavorare alle liste. Noi abbiamo le carte in regola contro cinque anni orribili e governi che hanno fatto disastri». Sulla stessa linea Alessandra Gallone: «Guardo il telegiornale con lo stomaco che si strizza di fronte alle brutte facce che hanno distrutto l’Italia: è ora di far tornare il buon governo». Gelmini invece se la prende con i cinquestelle: «Il loro ribellismo è pericoloso».
Sorte è stato spesso evocato quando si parlava della Regione, e ogni volta di riflesso partiva un applauso (come quando si nominava Berlusconi, anche se la prima volta è successo dopo mezz’ora buona, tanto che un candidato se n’è lamentato). L’assessore se l’è presa con Gori, «che è più tinto di mia nonna. Noi apriamo i cantieri, la sua parte si oppone. Questa è la nostra Lombardia, non la sua. Noi abbiamo fatto, lui non ha un progetto di sviluppo».
«Gori ha fatto uno spot che sembra un film: sopperisce con i soldi alla mancanza di idee», accusa Attilio Fontana, arrivato a chiudere. A un mese dal voto il suo programma non c’è ancora: «Lo stiamo predisponendo con gli alleati, ci sono tante bellissime idee», promette. Intanto avvisa che «dobbiamo vincere, non dobbiamo nemmeno prendere in considerazione l’idea di perdere». Perché «i rischi sono troppo forti e gli altri troppo pericolosi»: con quelli del Pd «la casacca rossa salta sempre fuori».