Corriere della Sera (Bergamo)

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Florinda ed Emilia, oltre un secolo di vita tra storia, ricordi e grandi passioni Sono le decane dei trentasei ultra longevi di Monza

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Quando sono nate il presidente del Consiglio era Giovanni Giolitti, l’Italia si stava accingendo a conquistar­e la Libia e il Louvre subiva il furto della Gioconda. Emilia Quadrio e Florinda Benazzi, rispettiva­mente 106 e 105 anni, sono le due decane di Monza, le capo fila di una pattuglia che secondo le notizie fornite dall’ufficio Statistica del Comune, è composta da ben 36 elementi, 32 dei quali donne. Dicono di non avere un elisir di lunga vita, ma Emilia spiega che potrebbe essere una questione di famiglia visto che cinque dei suoi sei fratelli hanno superato i 90 anni, mentre Florinda, con una sorriso, rivela il suo segreto: stare lontani da dottori e ospedali. «La prima volta che ci sono entrata — dice — è stato a 100 anni», dopo una caduta e un brutto ematoma.

Nessuna delle due è monzese di nascita. Emilia è di Rogorbello, piccola frazione valtelline­se a due passi da Tirano. Florinda è di Cremona e ha appena festeggiat­o il suo compleanno con la partecipaz­ione a sorpresa del sindaco, Dario Allevi. Monza è entrata nella vita di Emilia e Florinda in epoche diverse, Emilia aveva 6 o 7 anni, Florinda 26. Ma per l’identica ragione: il lavoro. «Molti miei parenti si erano già trasferiti dalla Valtellina a Monza — spiega Emilia — e a distanza di un paio d’anni li ho raggiunti assieme alla mia famiglia». Florinda invece quando arrivò era già sposata con Vittorio, operaio della Magneti Marelli di Sesto San Giovanni, dove lavorava pure lei. Dopo qualche mese a Bresso il definitivo trasferime­nto a Monza nella stessa casa dove vive ancora oggi. La Seconda Guerra Mondiale fu molta dura. Vittorio, il marito di Florinda, morì nel 1944 durante un mitragliam­ento aereo: «Era in treno, stava tornando a Cremona per incontrare alcuni parenti che gli avrebbero dato un po’ di cose da mangiare».

Giacomo, invece, il marito di Emilia finì deportato a Danzica dopo essere stato denunciato dal titolare della ditta per la quale lavorava perché aveva rubato un po’ di gomma per fare un paio di scarpe. Tornato a casa, iniziò a lavorare alla Pirelli e prima di spegnersi nel 1974, a 60 anni, riuscì a trasmetter­e la sua grande passione per le moto alla moglie. Emilia è una lambrettis­ta doc. Fino a un anno fa, quando il tempo lo permetteva, saltava in sella per farsi portare in giro dai suoi figli, anche loro motociclis­ti e meccanici provetti. Poi la caduta in montagna, altra grande passione, e da allora ha dovuto riguardars­i. Con orgoglio mostra i regali dei soci del club Lambretta per il suo 100° compleanno: una targa e un quadro. «Con mio padre si spostavano sempre su due ruote — spiega Fortunato, uno dei due figli —, all’inizio avevano una Isomoto e non credo abbiano mai usato la macchina». In tema di passioni, Florinda non è da meno. Il suo grande amore è la cucina e va matta per le lasagne. «Fino a poco fa — spiega uno dei figli, Attilio —, faceva la pasta in casa e usciva per comperare la farina migliore. La sua specialità erano i ravioli di zucca. Una delle nipoti non molto tempo fa chiese di insegnarle la ricetta. Si misero al tavolo, ma l’unica che ci metteva l’energia necessaria per impastare bene era la nonna». Riccardo Rosa

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Florinda Benazzi, 105 anni Emilia Quadrio, 106 anni
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