Corriere della Sera (Bergamo)

Tetrapak, tutte le possibili nuove vite dei cartoni del latte e dei succhi di frutta

- Valeria Balboni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I contenitor­i in tetrapak, quelli del latte e dei succhi di frutta, una volta usati si devono differenzi­are con la carta. Probabilme­nte però, tutti, almeno una volta, siamo stati sfiorati dal dubbio: cosa si potrà ricavare da questo materiale che combina carta, plastica e alluminio? La ditta italiana Lucart, che produce carta, ha avviato un progetto insieme alla Tetra Pak, azienda svedese produttric­e dei contenitor­i, per riciclare al 100 per cento il materiale di cui sono fatti. I contenitor­i raccolti con la differenzi­ata, dopo essere stati puliti e sterilizza­ti, sono trattati con un processo ecologico che permette di separare i componenti: 74 per cento di fibre di cellulosa, 22 per cento di plaza, stica (polietilen­e) e quattro per cento di alluminio. La cellulosa è poi usata per produrre carta igienica, salviette asciugatut­to, tovaglioli, fazzoletti e altri articoli usa-e-getta. Le fibre recuperate sono di ottima qualità e i prodotti che si ottengono hanno morbidez- resistenza e assorbenza analoghe a quelli ottenuti da cellulosa vergine. Alluminio e plastica ricavati dai contenitor­i vanno invece a formare un materiale misto che viene usato da altre ditte per produrre materiali per edilizia, arredo urbano e oggetti di uso comune come le penne. È un perfetto esempio di economia circolare, ma anche un motivo in più per fare attenzione a ciò che acquistiam­o e alla raccolta differenzi­ata.

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