In mille per le strade
San Pellegrino, 37 sindaci e tanti cittadini in corteo per sbloccare i cantieri della viabilità
In mille, tra i quali 37 sindaci, hanno occupato ieri la provinciale a San Pellegrino per protestare contro le lungaggini dei cantieri delle nuove strade. «Con questi problemi — hanno detto — le aziende se ne vanno e la Val Brembana muore».
Per una volta le code sulla provinciale non sono state colpa del cantiere che non ripartono, ma di chi manifestava per farli riaprire. Sono stati in un migliaio ieri pomeriggio a partecipare all’iniziativa organizzata dai Comuni di San Pellegrino e Zogno contro le lungaggini nella realizzazione di due strade importanti per la valle. Cioè la variante di Zogno e la provinciale Treviolo-Villa d’Almè. I manifestanti (tra i quali 37 sindaci) hanno bloccato per una decina di minuti la provinciale all’altezza della Sanpellegrino. Il corteo è poi sfilato fino al municipio, dove per mezz’ora ci sono stati i discorsi dei partecipanti. Non solo gli organizzatori, ma anche i sindacati, il comitato viabilità, Mauro Ghidini per Confindustria e Andrea Midali per gli operatori turistici.
«Sono stato io a proporre di partire dalla Sanpellegrino — spiega il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti — perché sta per decidere quanto e quando investire nello sviluppo del suo stabilimento ed è il simbolo delle tante aziende che sono bloccate dai problemi viabilistici. Viviamo una situazione paradossale: anche in un momento difficile, sono diversi gli imprenditori che vogliono investire in valle o che da qui si rifiutano di delocalizzare, ma prima vogliono superare i dubbi che riguardano i problemi viabilistici, e che devono essere superati se si vuole salvare la valle».
«Non è possibile che per superare anche problemi minimi riguardanti quei cantieri ci vogliano dei mesi — aggiunge il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi —. Lo scopo della manifestazione è quello di coinvolgere tutti coloro che stanno subendo questa situazione. Prima di tutto i giovani e coloro che hanno difficoltà con il lavoro, perché questo deficit di viabilità che ci trasciniamo e non riusciamo a risolvere blocca lo sviluppo e spinge le aziende a chiudere e a traslocare». «Le opere pubbliche possono essere lo strumento principale per risolvere il problema del lavoro — dice, a nome dei tre sindacati, Amerigo Cortinovis della Uil —. In questa fase è inutile buttarla in politica e scambiarsi le accuse fra partiti, bisogna lavorare insieme». «Ma abbiamo solo cominciato — promette Milesi —. Finché la questione non sarà risolta potremo chiamare ancora a raccolta al gente della valle».