Da Striscia la Notizia alla pittura L’altra maschera di Ballantini
L’opera che più riassume la sua arte è «Face to fake», un video di un minuto, introdotto dal critico Bonito Oliva, dove sono mischiate e sovrapposte le sue mille espressioni ai suoi quadri. Attore trasformista e pittore neoespressionista, Dario Ballantini passa con disinvoltura dal cavalletto al palcoscenico televisivo di «Striscia la notizia». Sabato, alle 17, sarà presente nella versione pittore all’inaugurazione della sua mostra alla Fondazione Mazzoleni di Alzano Lombardo (visitabile fino al 6 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 e il sabato mattina). In esposizione ci saranno un’ottantina di opere, tra tele e sculture. L’artista è un figlio d’arte, nato da padre che dipinge in stile neorealista, con uno zio post macchiaiolo e un altro tenore e un nonno attore. «Le due passioni sono andate di pari passo, a 8 anni volevo diventare fumettista e ho disegnato le prime strisce con protagonista un supereroe, Mask, mai avrei immaginato che sarei diventato io l’uomo mascherato», sorride Ballantini che ha esposto a Londra, Parigi e realizzato due maxi murales a Miami. I suoi fari artistici sono stati Modigliani e Picasso. Il primo emblema della sua città, Livorno, mentre il genio spagnolo è ricordato nei colori, nelle pennellate energiche e nella poliedricità.
«Picasso aveva una mano magistrale, nel finale arrivò a ricercare la spontaneità che solo i bambini possiedono — dice l’artista —. Ma a dispetto suo e di Dalì, io non sono provocatorio in quanto Dario Ballantini,
Matteo Salvini pare si diverta, lo stesso vale per Valentino e Paolo Gentiloni, l’ultimo arrivato
mi nascondo usando altre identità, sono nascosto». La febbre per le trasformazioni lo ha colto a 12 anni quando ha assistito a uno spettacolo dal vivo di Alighiero Noschese, mentre il suo pigmalione è Antonio Ricci, patron del tg satirico che lo ha lanciato con la prima imitazione, Dario Fo. Ne sono seguite tantissime, fino alle più riuscite di Gino Paoli e Nanni Moretti. «Loro si sono complimentati, come Vasco Rossi e Gianni Morandi, Matteo Salvini pare si diverta, anche Valentino ha espresso parole di elogio, come lo stesso Paolo Gentiloni, ultimo arrivato — riporta l’attore —. Qualche difficoltà l’abbiamo avuta io e Alvaro Vitali nell’impersonare Vittorio Emanuele e la moglie Marina Doria». Ma se dovesse scegliere tra le due carriere, a quale rinuncerebbe? «La prima non dipende da me. Lo spettacolo ha sempre bisogno di un fruitore, la tela no, posso dipingere in casa da solo, di certo non farmi un’imitazione».