Corriere della Sera (Bergamo)

Lo psicologo Feder: i videogames insegnano a spendere on line I genitori imparino a dare limiti

- Gi.La.

 Iniziano per volontà di guadagno, condiziona­ti da vari modelli Simone Feder

Simone Feder è psicologo alla Casa del Giovane di Pavia e coordinato­re nazionale del movimento No Slot. Conduce indagini sugli stili di vita giovanili, in particolar­e sulla tendenza al gioco d’azzardo e sulla dipendenza da social e videogioch­i.

Dottor Feder, che cosa spinge un minorenne verso il gioco d’azzardo?

«La volontà di guadagno. Il fenomeno è trasversal­e, non dipende dalla classe sociale, ma da modelli del mondo esterno (dello spettacolo, dello sport), che spingono a conquiste sempre maggiori. Se un ragazzo ha 10, vuole 100. Se ha 100, vuole 1000. Il contesto famigliare, inoltre, non aiuta. Se un genitore o un parente gioca, anche il figlio tenderà a farlo, perché, nella mentalità di un ragazzo, ciò che i genitori fanno non può fare male».

Le soluzioni «Bisogna passare tempo di qualità con i figli e controllar­e come spendono i soldi»

L’indagine condotta sui giovani in provincia di Bergamo mostra che i ragazzi iniziano a giocare d’azzardo anche al di sotto dei 10 anni.

«Come dicevo, a volte è volontà di emulazione del genitore o del parente. Per dire, la nonna compra un Gratta e vinci e fa grattare al nipote: se il nipote vince, pretende una parte di guadagno. Da non sottovalut­are poi la dipendenza da videogioch­i “Pay to win” (Paga per vincere), dove per progredire nel gioco più velocement­e, l’utente è spinto a spendere per acquistare dei bonus. Stiamo conducendo un’altra indagine in dieci classi di scuole medie della provincia di Bergamo ed è emerso che il 21% dei ragazzi, appena ha tempo libero, lo passa sui videogioch­i, e almeno uno o due ragazzi per classe hanno già speso 70-100 euro in giochi di questo tipo. E per spenderli, utilizzano la carta di credito del genitore, che tanto pensa: “È solo un gioco”. Non lo è. È una tappa propedeuti­ca all’azzardo». Cosa possono fare i genitori? E la scuola? «Sulla questione scuola, è stato appena firmato un pro- tocollo tra la Regione e l’Ufficio scolastico regionale per l’avvio di percorsi di formazione per docenti e studenti di scuole superiori. Ancora una volta, ci vuole maggiore attenzione da parte dei genitori, che non dovrebbero dare ai figli tutti i soldi che loro chiedono e dovrebbero domandare loro come spendono la paghetta settimanal­e. È importante anche dare un limite di tempo giornalier­o per l’uso del cellulare. Ma soprattutt­o serve passare del tempo con i ragazzi, tempo di qualità. E responsabi­lizzarli, facendoli sentire importanti e canalizzan­do le loro energie in modo positivo. La nostra ultima indagine sugli stili di vita giovanili, condotta a Pavia, e che sarà presentata a marzo, è stata fatta dagli stessi giovani, che hanno sottoposto 1.580 questionar­i ai loro coetanei tramite i social. I giovani, alla fine, salvano i giovani».

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Le regole Nella città di Bergamo sono state istituite norme per contrastar­e la diffusione del gioco d’azzardo, con limiti di orari e divieti specifici
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