Pagnoncelli, il Pri e quella simpatia per il sindaco
«Ho solo dato una mano». Marco Pagnoncelli è ovunque nel profilo del Partito Repubblicano Italiano. Grazie a lui e, soprattutto, grazie al marchietto di Ala, il gruppo parlamentare fondato da Denis Verdini di cui il senatore uscente bergamasco faceva parte, il Pri (o una parte di quello che ne rimane) ha potuto presentare liste alle Politiche. «Ma io non sono candidato — spiega Pagnoncelli
(nella foto) —, ho solo aiutato a presentare le liste, un po’ come ha fatto Tabacci con la Bonino». Finita l’esperienza con Ala al Senato, mai tornato in Forza Italia, Pagnoncelli guarda davanti a sé, verso un punto ben preciso dell’orizzonte politico: «Il Partito della Nazione. Noi ci siamo già arrivati, ma presto ci arriveranno anche Renzi e Berlusconi. È l’unica strada per dare un governo al Paese». Mentre se lo sguardo sta più sul locale si scopre che Pagnoncelli, ex assessore regionale, come altri uomini del centrodestra di epoca formigoniana, oggi nutre simpatie difficili da nascondere per Giorgio Gori. «È un ottimo sindaco — dice Pagnoncelli — e un ottimo candidato, come pure Attilio Fontana. Per chi voterò? Eh, mah. Non sono in campagna elettorale ma ho una storia personale di centrodestra che non si può buttare da un momento all’altro. Diciamo che la gran parte di quelli che conosco voteranno per Fontana. Ma c’è grande delusione per gli anni di Roberto Maroni, che è stato poco presente. La sua uscita di scena è stata coerente con il suo modo di governare la Regione».