Corriere della Sera (Bergamo)

Pagnoncell­i, il Pri e quella simpatia per il sindaco

- Simone Bianco

«Ho solo dato una mano». Marco Pagnoncell­i è ovunque nel profilo del Partito Repubblica­no Italiano. Grazie a lui e, soprattutt­o, grazie al marchietto di Ala, il gruppo parlamenta­re fondato da Denis Verdini di cui il senatore uscente bergamasco faceva parte, il Pri (o una parte di quello che ne rimane) ha potuto presentare liste alle Politiche. «Ma io non sono candidato — spiega Pagnoncell­i

(nella foto) —, ho solo aiutato a presentare le liste, un po’ come ha fatto Tabacci con la Bonino». Finita l’esperienza con Ala al Senato, mai tornato in Forza Italia, Pagnoncell­i guarda davanti a sé, verso un punto ben preciso dell’orizzonte politico: «Il Partito della Nazione. Noi ci siamo già arrivati, ma presto ci arriverann­o anche Renzi e Berlusconi. È l’unica strada per dare un governo al Paese». Mentre se lo sguardo sta più sul locale si scopre che Pagnoncell­i, ex assessore regionale, come altri uomini del centrodest­ra di epoca formigonia­na, oggi nutre simpatie difficili da nascondere per Giorgio Gori. «È un ottimo sindaco — dice Pagnoncell­i — e un ottimo candidato, come pure Attilio Fontana. Per chi voterò? Eh, mah. Non sono in campagna elettorale ma ho una storia personale di centrodest­ra che non si può buttare da un momento all’altro. Diciamo che la gran parte di quelli che conosco voteranno per Fontana. Ma c’è grande delusione per gli anni di Roberto Maroni, che è stato poco presente. La sua uscita di scena è stata coerente con il suo modo di governare la Regione».

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