Legler, la rabbia dei dipendenti Un tavolo di crisi
Prima di abbandonare il suo incarico di storico amministratore della cooperativa Legler Giorgio Colleoni ha organizzato una cena, la vigilia di Natale, con i dipendenti e le loro famiglie invitati. E con una targa di riconoscimento consegnatagli alla fine. È tornata in mente a tanti, quella sera di un mese e mezzo fa, al ristorante Settecento di Presezzo. Alla luce di quanto emerso dopo l’annuncio della richiesta di concordato in bianco, per tutti si è trasformata in un amaro ricordo. Si sentono traditi, i dipendenti di una delle realtà tra le più radicare della Bergamasca, la più importante per il capitolo prestito sociale, comunque legato ai lavoratori. Un po’ perché molti sono pure soci prestatori e un po’ perché in questi giorni di poca chiarezza è toccato a loro stare in trincea «con i clienti che ti fanno domande e tu devi pure difendere l’azienda che ti sta lasciando a piedi», si sfoga una cassiera. In 60 rischiano il posto, in 800 i risparmi per 9 milioni e 400 mila euro. Ieri pomeriggio si è tenuta la prima assemblea a Seriate con chi lavora a Cene, Gorle e Dalmine, oggi si replica con due incontri a Ponte. «Nessuno si aspettava una cosa del genere — spiega Sonia Nigro (Filcams Cgil) —, sono delusi e preoccupati, anche rispetto alle retribuzioni». Si chiedono: a chi toccherà? «Sono emerse situazioni di tensione in cui i soci se la sono presa con i dipendenti — aggiunge Monica Olivari (Fisascat Cisl) —, ma deve essere chiaro che chi lavora nei punti vendita non ha responsabilità. Semmai sono quelli messi peggio». La Provincia sta per aprire un tavolo di crisi con il presidente Matteo Rossi che sabato mattina parteciperà all’incontro promosso da Federconsumatori e Cgil al centro polifunzionale Ufo di Ponte San Pietro e aperto sia ai soci prestatori sia ai dipendenti.