Festival romantico «Cajkovskij mon amour»
Il nuovo corso parla russo. Diciotto gli eventi
Sarà il Pianistico 2.0. Secondo è il triennio di programmazione 2018-2020, che asseconda i piani triennali imposti dal Mibact. Secondo il percorso artistico, che asseconda il pensiero del direttore Pier Carlo Orizio. Con un mese di ritardo sulla tabella di marcia — décalage richiesto dallo spostamento della sede al Teatro Sociale (il Donizetti è chiuso per restauri) — la 55esima rassegna concertistica del Festival pianistico internazionale di Bergamo e Brescia si è presentata al pubblico rilanciando la propria nouvelle vague programmatica. Dopo le edizioni che accendono, appassionano e conquistano, il nuovo corso «parla russo» e, ineluttabilmente, il pianoforte sulla copertina del flyer viene lambito da una coltre nevosa, a spegnere le fiamme barocche di tre anni fa. «Cajkovskij, mon amour» è il complemento del titolo: è l’inizio di un trittico, dedicato al periodo romantico — spiega Orizio —, che per la prima volta mette il nome del compositore russo direttamente nel tema del cartellone, con l’obiettivo di fare riscoprire al pubblico il Cajkovskij meno noto. Niente esecuzioni integrali, però, niente accademismi: nel nome dell’eclettismo virtuoso di Rachmaninov, l’esecutore esplorerà invece, accanto alla grande forma, anche composizioni meno complesse, piccole pagine, estratti, fogli d’album che, come accadeva a inizio Novecento, articoleranno l’ascolto in modo da catturare più facilmente il pubblico.
Ne è fermamente convinto Orizio, tanto da volerne fare l’impronta distintiva di tutto questo secondo triennio. La sala da concerto nell’epoca dei 140 caratteri (che nel frattempo Twitter ha però raddoppiato)? Tuttavia, sul piano(forte) del successo il Pianistico, che già vanta un eccellente seguito di pubblico, presenta nuovamente numeri importanti: due mesi di programmazione, dal 18 aprile al 16 giugno, 13 appuntamenti in città e 5 in provincia per il cartellone «Festival e dintorni», che omaggerà Debussy nel centenario della morte. Cinque le orchestre che arriveranno a Bergamo — Bergen Philharmonic, Lithuanian Chamber, Royal Scottish, I pomeriggi musicali, Filarmonica del Festival —, mentre per quanto riguarda i pianisti sfilerà la consueta parata di stelle, affiancata da giovani promesse del pianismo internazionale: Grigorij Sokolov, Yuja Wang, Daniil Trifonov (purtroppo solo a Brescia), Francois-Joel Thiollier, Alexander Romanovski, lo zar Mikhail Pletnev, il giovane Dmitry Shishkin, terzo classificato al Busoni 2013, il sedicenne Alexander Malofeev, premiato dal festival l’anno scorso.
E poi Martha Argerich, con una collaborazione pluriennale dedicata a Benedetti Michelangeli. Masticano amaro gli appassionati di musica da camera, anche quest’anno senza appuntamenti, ma faranno salti di gioia i violinisti, con Viktorja Mullova, Sergej Krilov e Nicola Benedetti.