«Balzer, tutelare i lavoratori»
Balzer è di nuovo in vendita e la Cisl chiede di tutelare i posti di lavoro.
Gli incassi Rilevato nel 2014, L’andamento del locale era stato definito «discreto» a fine 2017
Il telefonino di Giovanni Barghi squilla a lungo. E a vuoto. Un silenzio assordante quello del titolare di Codesa, Compagnia dei Servizi Alberghieri cui corrisponde, direttamente proporzionale, la generale sorpresa del passaggio di mano del Balzer. Lo storico locale di Bergamo che l’imprenditore toscano aveva rilevato giusto tre anni fa, infatti, è oggetto di un atto di cessione alla società S-Link, che fa capo a Patrizio Locatelli (tra gli altri gestore anche della prima Summer ad Astino). Un primo atto formale, con un preliminare tra le parti, sarebbe già stato sottoscritto. Niente di concluso, ancora, ma l’obbligo reciproco è stato formalizzato.
La sorpresa ha colto tutti, dipendenti compresi, resi edotti del cambio gestione solo ieri mattina. L’hanno letta sulla stampa. Nessuno di loro sapeva nulla, anche se i rumors su un possibile cambio giravano insistentemente da qualche mese, a fronte comunque di un andamento del locale bollato come «discreto». Così almeno fino agli ultimi mesi del 2017. Le stesse voci erano giunte all’orecchio anche dei sindacati che, pure, ieri sono trasecolati. «Chiedevamo lumi sulla situazione, preoccupati da queste continue voci, circa un progressivo disinteresse di Codesa — scrive la Fisascat Cisl —. Ci siamo sempre sentiti dire che non c’erano problemi, che la proprietà era alla ricerca di un socio per potenziare la pasticceria».
L’asset pasticciero su cui Balzer ha sempre fondato le sue fortune era, infatti, in «disarmo», ultimo tassello di una dismissione gestionale che via via, dopo i grandi proclami di rilancio (comprese le aperture serali, anche queste per buona parte disattese) ha visto in un primo tempo la chiusura del ristorante al secondo piano (i locali sono stati ceduti all’iSchool) e poi della gelateria nel locale dedicato (mantenuta nel bancone interno).
Nello stesso tempo Barghi aveva accostato al bar anche una vineria, e non aveva fatto mancare si sentire la sua voce (di protesta) contro la Domus e le varie manifestazioni sul Sentierone (come il Salone del Libro, colpevole di offuscare la visibilità del dehor). I sindacati sono sul piede di guerra. «Le relazioni sindacali, ma anche la correttezza nei confronti dei lavoratori che tanto hanno fatto per risollevare il locale — evidenziano Alberto Citerio e Luca Bottani della Fisascat Cisl — avrebbero chiesto un incontro preliminare. Dopo le vicende di tre anni fa, dove si era riusciti a salvaguardare l’organico ed i sacrifici dei lavoratori che hanno dato un pezzo del loro salario per rilanciare il locale ora si apre un nuovo fronte». I dipendenti sono 15 ed un’assemblea è indetta per il prossimo lunedì. L’auspicio è che i nuovi gestori «mantengano interessi comuni per la salvaguardia del personale». Tradotto: tutti devono restare al loro posto.