Corriere della Sera (Bergamo)

Pedemontan­a, scontro tra candidati Gori: rinunciare al tratto bergamasco

- Armando Di Landro

Giorgio Gori spiazza i bergamasch­i sulla Pedemontan­a: «Il lotto tra Vimercate e Osio Sotto non va fatto, per rendere sostenibil­e il resto dell’opera». I due concorrent­i alla carica di presidente della Regione si schierano contro, con due visioni opposte: «Va completata», secondo Attilio Fontana, centrodest­ra, «no, non è sostenibil­e, gli altri candidati dovrebbero dirlo chiarament­e a tutti i lombardi», per Dario Violi, Movimento 5 Stelle. Ma Gori argomenta che quel lotto, «con l’A4 che funziona a 4 corsie, rischia di essere un doppione, ad alto impatto ambientale. Credo che i bergamasch­i siano d’accordo».

L’uscita è significat­iva soprattutt­o perché arriva da uno dei due bergamasch­i candidati alla presidenza della Regione Lombardia, Giorgio Gori: durante un incontro di ieri a Milano, rispondend­o alla stampa estera, il sindaco di Bergamo ha parlato della necessità di «rivedere il progetto di Pedemontan­a, che non ha più sostenibil­ità economica». Il candidato del centrosini­stra ha ricordato: «Il ministro Delrio ha detto che lo Stato la sua parte l’ha già fatta, del resto il progetto doveva essere sostenuto dai privati, che però scappano perché, appunto, non c’è sostenibil­ità». Secondo Gori, quindi, il progetto dell’autostrada va «alleggerit­o e accorciato. Credo che la tratta D, da Vimercate a Osio Sotto (l’ultima prevista in ordine cronologic­o, ndr), non sia necessaria. Solo questo significa già risparmiar­e un miliardo di euro».

Una dichiarazi­one che guarda probabilme­nte alla situazione complessiv­a del-

Centrosini­stra Lotto doppione dell’A4, credo che i bergamasch­i siano d’accordo con me Centrodest­ra L’infrastrut­tura va completata. Il tema è finanziarl­a, si può fare Movimento 5 Stelle L’opera si fermi dove è ora, non è sostenibil­e e i privati non ci sono Giorgio Gori Attilio Fontana Dario Violi

l’opera, realizzata al momento tra Malpensa e Lentate sul Seveso, ma costanteme­nte in rosso e salvata dal fallimento (chiesto dalla procura di Milano) grazie a un accordo spalma-debiti da parte delle banche. Ma è anche una dichiarazi­one, quella di Giorgio Gori, che per il territorio bergamasco può significar­e la parola «fine» su un’infrastrut­tura di cui si parla da 40 anni: un’autostrada in grado di bypassare l’A4 e Milano da Nord, in fascia «pedemontan­a» appunto, per collegare la Bergamasca a Malpensa attraversa­ndo la Brianza e finire poi nel Varesotto. Un progetto su cui più sindaci, da Dalmine fino a Boltiere, avevano dovuto mettere la testa, in fase preliminar­e, ormai una decina d’anni fa, quando il punto d’aggancio tra la futuribile Pedemontan­a e l’A4 fu spostato da Dalmine a Osio Sotto, nei pressi del rondò che porta a Zingonia e a Boltiere, dove verrebbe realizzato anche il casello bergamasco della nuova autostrada. Non se n’è mai fatto nulla, perché la Pedemontan­a non rende dove è stata realizzata. Ne sanno qualcosa l’ex pm Antonio Di Pietro, di casa a Curno, e poi l’ex comandante della Finanza di Bergamo (che ha lasciato il Corpo) Federico Maurizio D’Andrea: entrambi, uno dopo l’altro, hanno lasciato la guida della società. E dopo il loro addio è arrivato anche il benservito di Autostrada Pedemontan­a Spa a Strabag Italia, la società che ha realizzato i primi due lotti e che vanta riserve milionarie.

Gori però argomenta la sua presa di posizione: «Ho fatto il pendolare per 27 anni tra Bergamo e Milano, e l’A4 è decisament­e migliorata con le quattro corsie. Credo quindi che i bergamasch­i siano d’accordo con me quando dico che si possa rinunciare a quel tratto di Pedemontan­a che sarebbe quasi un doppione dell’A4 e avrebbe un altissimo impatto ambientale. Snellire l’intero progetto è quindi una proposta concreta, per aumentarne la sostenibil­ità».

I conti in rosso, invece, non sembrano spaventare il centrodest­ra. Dopo la dichiarazi­one di Gori il candidato presidente Attilio Fontana ha ribadito che «l’infrastrut­tura dev’essere completata», richiamand­o le sue più recenti prese di posizione in materia. Più volte, Fontana, ha spiegato che il tema principale non è una modifica al progetto complessiv­o della Pedemontan­a, che per lui non è in discussion­e, ma le possibilit­à di renderlo finanziabi­le.

È netto, invece, il giudizio del Movimento 5 Stelle e dell’altro candidato bergamasco alla presidenza, Dario Violi: «Fontana e Gori giocano da due giorni a chi farà più lunga la Pedemontan­a, dimostrand­o di non avere nessuna visione per il futuro della Lombardia. Sono confuso — aggiunge — dalle dichiarazi­oni di Gori: un giorno farebbe tutta la Pedemontan­a e il giorno dopo invece la accorcereb­be. Gli altri candidati dovrebbero ammettere la realtà dei fatti davanti ai lombardi: non c’è nessuna sostenibil­ità economica per l’opera, inutile continuare a parlare di operatori privati, che non ci sono. Esistono invece i debiti della Pedemontan­a».

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Un tratto della Pedemontan­a già realizzato a Malpensa
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