Corriere della Sera (Bergamo)

Furti in casa, folle assalto in centro

Hanno gettato la cassaforte dal quarto piano. Al botto i vicini hanno chiamato la polizia

- di Fabio Paravisi

Iladri si sono arrampicat­i fino al quarto piano di un palazzo di viale Vittorio Emanuele a Bergamo e sono entrati nella casa di Carlo Curnis, avvocato e figlio del gioiellier­e di piazza Dante. Hanno preso la cassaforte, un cubo di metallo e cemento, e l’hanno buttata di sotto. Nella caduta il forziere ha spezzato rami e piante, ma non si è aperto. Il botto ha svegliato gli abitanti del palazzo che hanno chiamato il 113.

I ladri che aprono le casseforti con la fiamma ossidrica o usando uno stetoscopi­o per ascoltare gli scatti delle combinazio­ni devono essere solo nei film. Perché quelli di Bergamo se devono aprire un forziere non trovano di meglio da fare che buttarlo dal quarto piano, con la speranza che si apra come una noce di cocco. Scoprendo così non solo che non si apre, ma che il botto attira l’attenzione di tutto il palazzo e fa accorrere le pattuglie di polizia. È finita con porte scassinate, vetri rotti, alberi abbattuti e un buco nel terreno, ma nessuna refurtiva l’incursione di una banda di ladri a casa di Carlo Curnis, avvocato e figlio del gioiellier­e di piazza Dante già vittima di numerose spaccate nel corso degli anni.

Il primo allarme nel palazzo di viale Vittorio Emanuele è suonato alle 20.30 di domenica. A squillare è stato l’antifurto installato sul balcone al secondo piano. Il padrone di casa è uscito a controllar­e e ha

Alla fine è andata bene: è stato fatto qualche danno, ma non è stato rubato niente. Devo ringraziar­e l’attenzione dei miei vicini che hanno dato l’allarme e l’immediato intervento della polizia Carlo Curnis

notato un uomo nel giardino. Gli ha chiesto cosa stesse facendo e l’unica scusa che è venuta in mente all’altro è stata che si era perso. L’inquilino gli ha ordinato di andarsene subito che aveva già chiamato la polizia e quello ha obbedito. L’abitante del palazzo non si è però reso conto che quell’uomo era solo il palo e che a far scattare il suo allarme erano stati i complici, passati dal suo balcone dando la scalata all’edificio. I ladri sono saliti al quarto piano, dove vive Curnis (in quel momento fuori casa), si sono issati sul balcone e da lì sono entrati nell’appartamen­to sfondando la finestra della cucina. Sono stati fortunati, perché l’appartamen­to è dotato di sistema d’allarme, ma proprio quella sera non era stato inserito. I malviventi hanno frugato un po’ dappertutt­o. Poi hanno rivolto la loro attenzione alla cassaforte: un cubo di metallo e cemento, un metro di lato e 350 chili di peso.

Dai segni rilevati dalla polizia si è capito che prima hanno tentato di aprirla, senza risultato. Poi hanno provato a portarla via passando dalla porta d’ingresso. E sarebbe stata una bella scena vederli scendere con il pesantissi­mo arnese per quattro piani di scale strette facendo manovra sui piccoli pianerotto­li. Ma la porta blindata era chiusa a chiave e non si apriva dall’interno. Così i ladri hanno deciso per le maniere forti. Erano le 22.30 quando si sono accollati la cassaforte fino a un balcone e l’hanno buttata giù. Nella caduta il forziere ha spezzato rami e piante, è piombato sul terrapieno in pendenza e poi è rotolato contro le vetrate dell’atrio, sfondandon­e una. Il botto è stato fortissimo: «L’avranno sentito fino allo stadio — dice Curnis —. Tutti gli abitanti del palazzo si sono spaventati e hanno chiamato il 113». I ladri nel frattempo erano scesi per i balconi, hanno scoperto che la loro pensata non era servita ad aprire il forziere, e sono scappati. Nel giro di pochi minuti sono arrivati polizia e vigilanza privata. Per la cassaforte l’unica conseguenz­a della caduta è stata il blocco della serratura. È stato così necessario far intervenir­e un tecnico della casa costruttri­ce, con la cassaforte rimasta nel giardino, sorvegliat­a dai vigilanti, fino alle 13 di ieri. «Alla fine è andata bene: è stato fatto qualche danno non grave ma non è stato rubato niente — conclude Carlo Curnis —. Ma devo anche ringraziar­e l’attenzione dei miei vicini e l’immediato intervento della polizia».

 ??  ?? Viale Vittorio Emanuele Il palazzo preso di mira dai ladri. Sono saliti al quarto piano, dove abita l’avvocato Carlo Curnis, figlio del gioiellier­e, e hanno tentato di portare via la cassaforte
Viale Vittorio Emanuele Il palazzo preso di mira dai ladri. Sono saliti al quarto piano, dove abita l’avvocato Carlo Curnis, figlio del gioiellier­e, e hanno tentato di portare via la cassaforte

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