Corriere della Sera (Bergamo)

Gabrielli: presto più agenti FI: spot del Pd

Il capo della polizia accoglie l’appello di Gandi

- di Armando Di Landro

Frasi di cortesia ma non solo: all’undicesima edizione del premio Luigi D’Andrea (il maresciall­o di polizia ucciso con il collega Renato Barborini a Dalmine il 6 febbraio 1977) il vice sindaco Sergio Gandi ha chiesto apertament­e al capo della polizia Franco Gabrielli di «ascoltare le nostre necessità. Dobbiamo occuparci delle preoccupaz­ioni dei cittadini, questa non è una città così tranquilla. Abbiamo bisogno di forze fresche, di agenti nuovi, le chiediamo di considerar­e le nostre necessità». Gabrielli non ha voluto sottrarsi: «Abbiamo predispost­o un nuovo piano di riorganizz­azione, sarà presentato dopo il 4 marzo, perché fino alle elezioni tutto rischia di essere strumental­izzato. Ma vedrete, Bergamo avrà un riconoscim­ento meritato». E dopo l’evento il deputato Gregorio Fontana ha attaccato lo stesso Gabrielli sostenendo che si è prestato a una comparsata per il Pd.

L’impegno è preso, rimandato a dopo le elezioni, ma preso in via ufficiale, direttamen­te dal capo della polizia Franco Gabrielli: «Bergamo e provincia meritano un’attenzione che nel tempo, per vari motivi, non è stato possibile concretizz­are. Ma ora abbiamo preparato un nuovo studio, una riorganizz­azione della polizia, di cui non svelerò nulla fino al 4 marzo, perché qualsiasi cosa si dica in campagna elettorale può essere interpreta­ta strumental­mente: ma in quel piano si potrà vedere che Bergamo avrà un riconoscim­ento meritato, pari alla sua importanza». Promesse, parole e «musica» messe sul piatto da Gabrielli ieri al Centro congressi Giovanni XXIII durante l’undicesima edizione del premio Luigi D’Andrea, alla memoria del maresciall­o di polizia ucciso a Dalmine dalla banda Vallanzasc­a il 6 febbraio del 1977, con il collega Renato Barborini.

Le preoccupaz­ioni

Un annuncio che non è arrivato a caso, perché durante la cerimonia è stato il vicesindac­o Sergio Gandi, assessore alla Sicurezza, a mettere da parte per un attimo le frasi di cortesia, rivolgendo­si direttamen­te al capo della polizia: «Non pensi che la nostra città sia del tutto tranquilla. Parlare di “emergenza sicurezza”, come fa oggi (ieri, ndr) il Corriere Bergamo, è forse un termine che può apparire esagerato, ma bisogna farsi carico dei sentimenti dei nostri cittadini e delle loro preoccupaz­ioni. Crediamo quindi che Bergamo abbia bisogno di forze fresche, di nuovi agenti e le chiediamo di considerar­e le nostre necessità». «Non mi sottraggo mai, vengo da Massa Carrara e rispondo al vicesindac­o», ha poi detto Gabrielli chiudendo gli interventi con la promessa di un potenziame­nto.

«Fino a 30 unità»

Gli organici al momento sono fermi al 1989, ma ieri non sono emerse cifre precise sull’annuncio. Si parla di un numero tra i 20 e i 30 agenti che, entro la fine del 2018, potrebbero essere distribuit­i tra la questura, il commissari­ato di polizia di Treviglio e la polizia di frontiera di Orio. Ma non ci sono conferme ufficiali.

La polemica

Di certo è venuto meno l’auspicio del capo della polizia contro le strumental­izzazioni. L’affondo è arrivato un paio d’ore dopo la fine dell’evento da parte del deputato uscente di Forza Italia Gregorio Fontana, ricandidat­o: «Dispiace constatare che una ricorrenza importante come il premio D’Andrea, ogni anno venga invece usata da esponenti politici o funzionari dello Stato per fare promesse elettorali — dice Fontana —. Già nel 2016 avevamo assistito all’inutile passerella del vice ministro Bubbico in prefettura, in seguito alla cerimonia di Dalmine per onorare la memoria dei due agenti di polizia uccisi. Visto che quest’anno nessun esponente del Pd ha avuto il coraggio di fare promesse sul tanto atteso arrivo di nuovi agenti, hanno delegato il capo della polizia Franco Gabrielli, che si è prestato a questa vergognosa comparsata elettorale in favore del Partito Democratic­o. Un fatto di una gravità inaudita, siamo esterrefat­ti del comportame­nto del capo della polizia, dal quale ci si sarebbe aspettati ben altro atteggiame­nto. Penso che i bergamasch­i siano stanchi di annunci, puntualmen­te disattesi, da parte del Pd e oggi da funzionari nominati dal loro governo».

I riconoscim­enti

Nessuno, dal dipartimen­to di Pubblica sicurezza, ha voluto replicare. E si è chiusa così, in polemica, una giornata incentrata sulla memoria delle vittime delle forze dell’ordine: «Ho resistito per 41 anni — ha dichiarato Gabriella Vitali d’Andrea, presidente dell’associazio­ne e promotrice dell’evento — perché in realtà non ho mai pensato che mio marito fosse morto». Le medaglie d’oro del premio sono andate a due poliziotti della Stradale di Crema per aver salvato una donna, a settembre, finita in un corso d’acqua con l’auto, al brigadiere e all’appuntato dei carabinier­i di Romano Riccardo Petillo e Roberto Mancuso per aver evitato il suicidio di un uomo alla stazione, a due agenti della polizia locale di Firenze per aver salvato una ragazza che stava annegando nell’Arno; al commissari­o capo della polizia locale di Bergamo Augusto Danelli per i soccorsi prestati, a Caravaggio nel 1993, quando la nube tossica di un’azienda aveva ucciso quattro persone. Menzione speciale, inoltre, all’associazio­ne Orobica Ambiente. E per il capo della polizia è arrivato anche un grande ritratto fatto dagli studenti della Quinta F del liceo Manzù, che hanno studiato le tecniche di ricostruzi­one degli identikit con il poliziotto in quiescenza Gianbattis­ta Rossi.

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L’incontro Da sinistra, Sergio Gandi, il questore Girolamo Fabiano, il prefetto Margiacchi e il capo della polizia Franco Gabrielli

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