L’arte e i tormenti Manuel Agnelli racconta Caravaggio
«Al mio nome di battesimo (Michelangelo Merisi) ho preferito quello del luogo in cui si intrecciano le origini della mia famiglia (Caravaggio)». Inizia così, con la voce di Manuel Agnelli, cantante degli Afterhours, giudice di X
Factor e per l’occasione «io interiore e narrante» del Merisi, il documentario Caravaggio - L’anima e il sangue.
Prodotto da Sky con Magnitudo Film, al cinema solo il 19, 20 e 21 febbraio in più di 300 sale, segue l’avventuroso itinerario caravaggesco. In così eterno movimento (fino alla remota isola di Malta) da somigliare al viaggio mitico di Ulisse. Per Caravaggio, niente sirene. Ma a Milano c’è la peste che lo costringe, bambino, a riparare con la famiglia nel borgo bergamasco. Non natio, come per lungo tempo si è creduto. Il film parte dal rinvenimento dell’atto di battesimo del grande pittore. Un documento così sorprendente da avere procurato scompiglio nel mondo dell’arte, quando tornò alla luce una decina di anni fa.
Nel settembre 1571 Michelangelo Merisi nasce a Milano (dove si formerà come artista, «uno dei più controversi e misteriosi») e non a Caravaggio (dove trascorre l’infanzia). Il resto è Storia (dell’Arte). Oltre che cronaca della popolarità incessante di un personaggio amatissimo e — divo ante litteram — molto cinematografico. La macchina da presa l’ha frequentato poco e con esiti incerti, ma Caravaggio (1986) di Derek Jarman resta un cult d’autore, resistente all’usura del tempo. In tv, quarant’anni dopo Gian Maria Volonté, Caravaggio è interpretato nella omonima miniserie di Rai 1 del 2008, dall’attore bergamasco Alessio Boni. Ora il film diretto da Jesus Garces Lambert batte le promettenti strade del moderno cinema d’arte. Caravaggio – L’anima e il sangue affianca la componente illustrativa a una meno riuscita interpretazione della complessa indole del Merisi, resa attraverso momenti di performance art. Visivamente però, l’esito è straordinario. Grazie a una tecnologia che penetra il quadro, coglie il dettaglio e mostra l’illuminazione enfatica, marchio dell’autore. E da ogni dipinto (35 le opere «indagate») affiora «l’anima e il sangue». E nelle tele di Caravaggio di sangue ce n’è molto, come quello che gronda dalle teste di Medusa, Oloferne, Golia, rappresentate in tre capolavori. Distribuito da Nexo Digital, Caravaggio - L’anima e il sangue sarà in città al Cinema San Marco e nelle multisala di Cortenuova, Curno, Orio e Treviglio. L’attesa è alta, anche sull’onda del successo della mostra Dentro Caravaggio, allestita per quattro mesi a Milano a Palazzo Reale. Da poco conclusa, la rassegna milanese cede ora la ribalta a un’altra esposizione evento:
Raffaello e l’eco del mito, fino al 6 maggio alla Gamec di Bergamo. A parti invertite, si ripropone l’avvicendamento tra i due diversissimi maestri, che a distanza di un secolo dipinsero per le stesse chiese di Roma: Santa Maria del Popolo e Sant’Agostino.
Al mio nome di battesimo ho preferito quello del luogo in cui si intrecciano le origini della mia famiglia Michelangelo Merisi