GLI EROI DEI VALORI D’IMPRESA
La partecipazione alle esequie dell’imprenditore tessile Silvio Albini è stata, per entità, intensità e qualità, sorprendente. Anche le persone a lui più vicine, compreso chi scrive, sono rimaste, in parte, sorprese. Era una partecipazione che andava al di là di quella derivante da rapporti familiari o professionali o di amicizia o di stima. Era una partecipazione corale e profonda che ha coinvolto tutto il territorio, tutti i ceti, e molti referenti in tante parti del mondo e che era manifestazione non solo di stima ma di affetto. Solo per fare qualche esempio: tutte le scuole di Albino si sono fermate per un minuto di silenzio per ricordarlo, tutti i commercianti hanno abbassato le serrande per cinque minuti, un minuto di silenzio è stato proclamato dal sindaco della città negli uffici comunali. Mi sono domandato, con molti altri, da dove venisse tutto questo rispetto ed affetto speciali, questa partecipazione così straordinaria. La risposta l’ho trovata nelle parole della dirigente scolastica che ha detto: «Anche se molti dei nostri alunni ancora non lo sanno perché sono troppo piccoli, quando entreranno nel mondo del lavoro è ad Albini che dovranno guardare come esempio: per la passione, la genialità e l’etica che ci metteva».
Ho voluto partire da questa storia vera e recente, perché essa illustra, in modo magistrale, come, anche nel mondo severo e, talora, aspro dell’impresa, ci sono persone capaci di coniugare capacità imprenditoriali e dirigenziali.
Con una profonda umanità, con senso e presenza civica, con principi etici vissuti con coerenza e convinzione, con profonda capacità di ascolto delle tante voci della città. Quando ciò avviene scatta un sentimento misterioso che avvolge tutti, un sentimento di comunanza, di fratellanza, di reale umanità, e, alla fine, di felicità. Non sono frequenti questi incontri e questi momenti, in nessun campo. Ma essi sono meno rari di quanto si dice, anche nel campo dell’impresa. Molti imprenditori, meno noti di Albini, vivono la loro responsabilità imprenditoriale seguendo gli stessi valori d’impresa ai quali lui era così fedele. Sono questi gli eroi dei valori d’impresa. Come ha scritto un altro imprenditore prematuramente scomparso, che viveva il fare impresa sulla stessa lunghezza d’onda di Silvio Albini, Angelo Ferro: «sono questi protagonisti, sobri, semplici, schietti, portatori di un’offerta intessuta di condivisione, discernimento, volontà di supporto e responsabilità, a dimostrare che la loro presenza è la base, l’ossatura e l’emblema di una società migliore, di un proporsi a misura d’uomo». Sono queste persone «normali» ma, al tempo stesso, «speciali» che ci fanno sentire: «Il brusio degli angeli» (P. Berger, Il Mulino, 1995). Sono queste persone che, anche nel campo dell’impresa, ci consentono di sopravvivere e di progredire in umanità. Perché è verissimo quello che disse Lutero: «là dove sono venti diavoli vi sono cento angeli; se così non fosse da lungo tempo saremmo già andati in rovina». Anche nell’impresa.