Pisoni: «Ha vinto perché è una macchina da guerra»
La medaglia d’oro della Moioli arriva sulle ali della passione e della serietà Una come Michela nasce ogni vent’anni Cesare Pisoni Fu il tecnico scalvino a mettere una piccolissima Moioli sulla tavola di snow
Per un allenatore, tutti gli atleti sono piezz’e core, ma per Cesare Pisoni, 50 anni bergamasco d.s. dello snowboard azzurro, Michela Moioli ha un pezzo di cuore in più. Il suo, dal momento che è stato proprio lui, il tecnico scalvino, a mettere una piccolissima Michi sulla tavola. L’ha vista crescere e adesso è il momento in cui i frutti della passione e del sacrificio sono arrivati. «Michi ha vinto perché è una macchina da guerra — attacca, mentre è in attesa della cerimonia di premiazione — una ragazza che ha una solidità ed una determinazione straordinaria. Questa medaglia arriva sulle ali della passione e della serietà. E di un lavoro che è cominciato dalle precedenti Olimpiadi, quando a Sochi si era infortunata. Ha dimostrato una forza insuperabile». È quello dello snow un oro che ha pari dignità con le altre discipline sportive. Pisoni lo mette bene in chiaro nobilitando al massimo l’impresa: «Gli atleti dello snow non sono dei simpatici scavezzacollo che fanno acrobazie sulla neve, ma dei campioni. E una come Michela nasce ogni 20 anni. Io ho avuto la fortuna di imbattermi, nel corso della mia carriera di allenatore, in uno di questi rari fenomeni. Ed è una felicità immensa che oggi si concretizza grazie anche a chi, dieci anni fa, ci ha creduto».
Il riferimento di Pisoni è per lo Scalve Boarder Team di Andrea Bettoni di cui Michela, fin da piccola, è stata una giovane «panda». Un team che la sostiene da anni, dai campionati juniores, alle prime vittorie in Coppa Europa nel 2012, passando per le Olimpiadi giovanili di Lieberec e che ha svolto un ruolo fondamentale di promozione della disciplina. Una carriera, quella di Moioli che è esplosa con una crescita ed una passione che ha contagiato anche un’atra giovane promessa made in bg, Sofia Belinghieri, la rider della Roncola, che Pisoni ha preferito tenere ai box: «Sono un po’ deluso da questa mancanza di sicurezza della pista, frutto di un’estremizzazione americana di questo sport. Ho fatto fare delle modifiche, dopo l’ecatombe dei maschi, e la gara si è svolta in modo regolare. Pista difficile o no, fatto sta che Michela non l’ha tenuta nessuno: è una forza della natura».