Crisi economica e tecnologia Le nuove sfide del sindacato
La crisi economica e l’evoluzione tecnologica hanno determinato mutamenti nelle dinamiche del lavoro, che richiedono un nuovo approccio sindacale alla contrattazione. Una riflessione che il consiglio generale della Cisl di Bergamo ha messo a tema ieri mattina, confrontandosi con l’analisi di Emmanuele Massagli, presidente Adapt, e Luciano Pero, docente del Politecnico di Milano. «L’obiettivo di questo consiglio generale in sessione di studio — spiega Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl provinciale —, è avviare un’importante riflessione e un percorso progettuale che ha come elemento fondamentale il tema di un nuovo protagonismo contrattuale della Cisl Bergamasca capace di affrontare le sfide nuove che il cambiamento e l’innovazione tecnologica ci pone».
Le industrie non nascono più, come nell’Ottocento, vicino ai luoghi dove si trovano le materie prime, con le città che si sviluppavano attorno alle fabbriche. «Al centro c’è la persona, come fattore di competitività — illustra Massagli — e l’industria arriva dove c’è già una città, un territorio competitivo». Il territorio bergamasco, che mantiene la natura manifatturiera, «ha un mercato del lavoro originale — prosegue Massagli —, perché ha una fascia media di lavoratori con formazione tecnico-professionale solida, cioè in grado di evolversi con la tecnologia 4.0».
Il contesto occupazionale orobico «è in crescita, anche se non vanno dimenticati gli elementi di sofferenza che permangono, in particolare sul lavoro femminile — conclude Piccinini —. Questo evidenzia ulteriormente la necessità di affrontare in termini nuovi di politica sindacale la trasversalità di temi come le politiche del lavoro e della costruzione di un raccordo forte tra sistema di istruzione e formazione e impresa. Dovremo misurare in termini nuovi la confederalità, che significa un forte intreccio tra politiche sindacali territoriali e nuova contrattazione».