Corriere della Sera (Bergamo)

Comotti: vi racconto la signora della tivù

Lo scenografo fece la tesi con la supervisio­ne di Silvia Arzuffi

- Rosanna Scardi

La regista di Colognola che firmò Paperissim­a è scomparsa giovedì. «Precorse i tempi»

Se Andrea Comotti è uno scenografo alle prese con grandi musical come «Hairspray», «La febbre del sabato sera», «Jersey boys» e «Dirty dancing» il merito è anche di Silvia Arzuffi, la regista bergamasca scomparsa giovedì scorso. L’artista si era rivolto alla «signora della tv» quando stava per diplomarsi a Brera, chiedendol­e di supervisio­nare il lavoro per la sua tesi. L’argomento era la sit com, la forma di spettacolo più teatrale del piccolo schermo, discussa nel 2010 con lo scenografo Armando Nobili e Renzo Salvi, allora dirigente Rai, come relatori. La Arzuffi, che era solita spronare i giovani, aveva concesso che Andrea assistesse alle registrazi­oni di «Paperissim­a» in qualità di stagista per comprender­ne al meglio le tecniche. Il programma di Canale 5 conteneva, infatti, siparietti recitati dai conduttori, Gerry Scotti e Michelle Hunziker, simili a situation commedy.

«Mi suggeriva di partire dal basso, portando il caffè al regista quando lo richiede, cercando di assecondar­lo, di carpirne i segreti — sorride Andrea, 33 anni, che sabato scorso era ai funerali della regista a Colognola —. Lei usciva a fumare, le boccate malefiche di nicotina la tranquilli­zzavano. Era piccolina, stava quasi sdraiata sul mixer, ma comandava una dozzina di cameraman, si faceva rispettare. Esigeva la perfezione dagli altri e da se stessa, anche se a volte i tanti monitor la mandavano in confusione e dava

Mi suggeriva di partire dal basso, portando il caffè al regista, cercando di assecondar­lo e carpirne i segreti Era piccola, ma comandava una dozzina di cameraman, si faceva rispettare Andrea Comotti scenografo

vita a piccole gag». «Paperissim­a» era un programma in grande stile, tutto montato, il primo che si avvaleva di effetti speciali e del digitale. «Accadeva che ci fosse un galeone vero che potevi toccare e contributi video come il mare virtuale in sovraimpre­ssione, Silvia era tenace e moderna», aggiunge Comotti.

Proprio le nuove tecnologie erano seguite dalla regista che, già anni fa, ha precorso i tempi, guardando ai nuovi media come Youtube o prendeva spunto dai videoclip musicali, dinamici e all’avanguardi­a, tanto da durare nel tempo. Ma la Arzuffi amava il profumo del palcosceni­co, conosceva l’importanza del farsi le ossa. Tutto doveva essere a regola d’arte, anche un programma di intratteni­mento considerat­o di serie B. La tesi contiene un’intervista all’Arzuffi, accanto ad altre a Gino Landi, altro pioniere della tv, Gerry Scotti e tecnici. Il ragazzo oggi gestisce a Milano lo studio insieme al padre Roberto, importante scenografo pavese, che ha lavorato con Walter Chiari e con la stessa Silvia. «Si conoscevan­o da anni e nel 2004 avevano lavorato insieme a teatro per «Il postino dell’arcobaleno», Silvia aveva visto lungo anche in quell’occasione, scoprendo Marina Rocco, oggi attrice richiestis­sima», dice il giovane mostrando una foto. La tesi si concludeva con una domanda sul suo futuro. «Il suo consiglio, che ho riportato, era fare la richiesta all’ufficio del personale, possibilme­nte con l’appoggio dei piani alti — sorride il ragazzo —. Ma ancora di più era studiare, credere nelle innovazion­i e non rinunciare mai al tuo sogno».

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Con Mike La regista di Colognola Silvia Arzuffi. Nel riquadro, Andrea Comotti

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