Accusato di tre rapine, chiesti 7 anni Le identificazioni traballano: assolto
Imputato per tre rapine in banca avvenute ad Alzano, Gorlago e Almenno San Salvatore tra il 2009 e il 2010, Gian Pietro Zanga, 54 anni di Albino, pregiudicato, aveva scelto il rito abbreviato, per il processo, davanti al gup Ciro Iacomino. Ieri è stato assolto con formula piena, per non aver commesso il fatto. Il pm Raffaella Latorraca (titolare dell’inchiesta è la collega Carmen Pugliese) aveva chiesto sette anni di reclusione.
Le motivazioni della sentenza non ci sono, ma la difesa, avvocato Mauro Moretti, ha puntato molto in aula sulle identificazioni del suo assistito. Ad Alzano, Banca Intesa, il 9 aprile del 2009, due rapinatori avevano portato via 500 euro. Il 20 aprile, invece, gli stessi soggetti apparentemente, se n’erano andati con 1.845 euro. Quindi ad Almenno San Bartolomeo un colpo da 6.685 euro, sempre con la stessa tecnica: un rapinatore con il taglierino e l’altro a supporto. Secondo l’accusa l’uomo con il taglierino era Giuseppe Di Matteo, di Milano (anche lui a processo, ma non giudicato ieri, il suo avvocato non ha potuto essere presente), l’altro era Zanga.
Le identificazioni dei carabinieri erano basate quasi esclusivamente sulle immagini delle telecamere. Entrambi i rapinatori indossavano una parrucca e una sciarpa alzata fino a metà del viso. Le Fiat Uno rubate per le rapine, e poi abbandonate, non avevano fornito indizi. Le persone presenti nelle filiali avevano parlato solo di un «accento del nord» dei rapinatori. «Due carabinieri di Albino, interpellati dai colleghi di Bergamo, avevano riconosciuto il mio assistito guardando i filmati — ha commentato ieri l’avvocato Moretti —. Ma su quei video non c’era mai stato nessun accertamento, nemmeno un’analisi antropometrica per avere riscontri». Assolto.